
Per i ‘The Bluebeaters’, dopo lo stop del lockdown, è tempo di ritrovarsi e ricominciare a suonare. E ripartiranno proprio da Firenze, "il primo palco che – come spiega Ferdinando Masi, batterista e tra i fondatori della band – segna il loro ritorno davanti al pubblico". L’appuntamento è il 10 agosto all’Holle Market (presso il Tuscany Hall), a partire dalle ore 22, con un djlive set particolare, all’insegna della musica in levare, che vede coinvolti alcuni componenti dei The Bluebeaters insieme a Bunna, di Africa Unite.
Ferdinando Masi, cosa proporrete al pubblico fiorentino?
"Nel progetto parallelo della band che si chiama CariBB Roots, la musica Giamaicana viene riprodotta da due selecters di 45 giri & beats , Cato e Count Ferdi, rispettivamente chitarrista e batterista dei Bluebeaters, accompagnati dalla sezione fiati che vede al sax e flauto De Angelo Parpaglione e al trombone Henry Allavena. In questa speciale occasione si unisce al quartetto anche Bunna, cantante di Africa Unite nonché in passato anche bassista della band, nella veste di toaster e vocalist".
Qual è il segreto del successo dei The Bluebeaters?
"La forte amicizia che ci lega e che fanno della band da ormai da 27 anni in Italia e nel mondo una garanzia di qualità della scelta musicale. L’idea è quella di un viaggio attraverso la musica Giamaicana da prima dell’Indipendenza del 1962 al Reggae che si è imposto negli anni ’80 come un genere finalmente mainstream in tutto il mondo passando da una marea di musicisti incredibili la cui punta dell’iceberg è stato Bob Marley".
Ai giovani piace la musica giamaicana?
"È un genere che si fa ascoltare, che fa ballare, che comunque non ti fa star fermo, e il fatto di essere aggregativa rapisce anche i più giovani. Nei nostri 27 anni di carriera, di dischi, palchi e successi, siamo stati seguiti da giovani e meno giovani. Musicalmente si passa dalle prime sonorità Calypso, Jamaican Boogie di fine anni ’50 all’invenzione dello Ska nei primi ’60, seguito in sequenza temporale dal Rocksteady fino al ’69 per diventare poi Reggae con tutte le derivazioni e sfumature che ha assunto negli anni. Questi passaggi naturali avvennero in Giamaica in un primo tempo riducendo la velocità della musica in levare dando spazio in ogni mutazione alla rilevanza di strumenti diversi: i fiati e la batteria, il basso e le tastiere".
Progetti futuri?
"In autunno abbiamo in programma un tour legato al nostro ultimo album ‘Shock’, che è uscito l’anno scorso ma non abbiamo ancora potuto portare dal vivo a causa della pandemia. Contiamo di farlo tra ottobre e novembre".