REDAZIONE FIRENZE

La moglie dello scultore "Si ispirò ad Archimede"

"Simboli massonici? Che sciocchezze. Il Cavaliere e mio marito si intesero subito"

FIVIZZANO (Massa Carrara)

"Amava tantissimo le opere di Pietro Cascella, una passione che lo ha spinto a inserirle nei suo spazi, al parco di Villa San Martino e a Milano 2 e Milano 3 dove lavorava o ancora nella tenuta in Sardegna, ma non solo". Cordelia von den Steinen, vedova del grande artista, nato nel 1921 e scomparso nel 2008, vive in Lunigiana.

Tra le opere di suo marito c’è anche il famoso mausoleo di Arcore.

"Prima che il Cavaliere scendesse in politica nel 1994, la collaborazione con mio marito era stata molto proficua e duratura: quella fu l’ultima opera che gli commissionò a fine anni Ottanta. Berlusconi lo aveva immaginato come monumento funebre per il padre Luigi e in generale come tomba di famiglia nell’area di Villa San Martino, ma poi restò vuoto".

Un mausoleo nato da un’altra idea, però.

"Ricevemmo una telefonata da Siracusa, volevano dedicare un monumento ad Archimede e proprio la sua passione per l’universo ha portato al primo bozzetto: una piattaforma quadrata con pilastri e corpi celesti. La richiesta, però, sfumò e quando Silvio Berlusconi chiese a Pietro di realizzare la

tomba di famiglia, senza croci o teschi, mio marito riprese quell’idea e la elaborò".

C’è chi ha parlato di simbologia massonica.

"Sono idiozie. Basta guardare le pubblicazioni per vedere che quel bozzetto precede l’incarico di Berlusconi, eppure continua da decenni la libidine della maldicenza, ma le parole vanno via e resta l’opera. Vengono date attribuzioni simboliche a elementi, come la piramide, che fanno parte dell’umanità e della scultura di Cascella. Se uno volesse conoscere la sua opera vedrebbe che ci sono immagini ricorrenti, utilizzate fin dagli egiziani in poi, che hanno adottato anche i massoni. Ma noi il club segreto della massoneria non lo conoscevamo di certo".

Com’era il loro rapporto?

"S’intesero subito, ci fu una vera scintilla. Entrambi avevano un forte temperamento. Per lui realizzò anche fontane e sedute per i suoi parchi. Amava molto rilassarsi in quello di Arcore, specie la domenica, c’erano struzzi, canguri e altri animali. Un luogo ’altro’, al quale entrando in politica non poté poi più dedicarsi allo stesso modo. È stato un grande committente di mio marito. Peccato solo che il rapporto e la collaborazione si siano esauriti con l’inizio dell’avventura in politica".

Irene Carlotta Cicora