
FIRENZE
Nel febbraio dell’anno scorso, venne arrestata mentre tentava di "rapire" suo figlio, di otto anni, avuto da un imprenditore fiorentino e a lui affidato dal tribunale dopo la separazione della coppia.
La donna, 46 anni, origini russe, domicilio nel Principato di Monaco, in quella occasione venne anche arrestata "in flagranza" ma ieri, il tribunale di Firenze l’ha assolta da questa accusa, con la formula "perché il fatto non sussiste".
Assolto anche un 55enne, suo connazionale, accusato di essere stat complice.
Nel febbraio del 2020 i due furono fermati dalla polizia vicino all’abitazione dove viveva il bambino, sulle colline di Firenze, mentre si nascondevano dietro ad alcuni cespugli.
Nel corso del processo, la difesa della coppia ha sottolineato come i due non avessero alcuna intenzione di rapire il bambino, sottolineando tra l’altro il fatto che a quell’ora si trovasse ancora a scuola.
Secondo quanto appreso, quando fu arrestata la 46enne si sarebbe giustificata con i poliziotti dicendo di essere arrivata dalla Russia in Italia per fare delle foto al figlio e per vedere come stava.
A chiamare il 113 fu il padre del piccolo, un italiano che risiede sulle colline di Impruneta, il quale tornando a casa con un amico notò inaspettatamente la ex moglie.
La donna in passato aveva già tentato di rapire il bambino quando questo si trovava all’estero col padre.
Sia lei che il presunto complice erano vestiti con abiti scuri, indossavano cappellini da baseball neri e si nascondevano dietro ai cespugli. All’arrivo della polizia si sono allontanarono ma furono bloccati e controllati in un agriturismo nelle vicinanze dove avevano preso alloggio. Con loro avevano una pistola scacciacani, razzi segnaletici, munizioni e spray al peperoncino.
Nel processo si era costituito parte civile il padre del bambino, assistito dall’avvocato Eriberto Rosso.
Tra i due ex, va avanti anche un braccio di ferro davanti al giudice civile per l’affidamento del bambino. Uno anche a Montecarlo, dove risiede la signora russa.
ste.bro.