OLGA MUGNAINI
Cronaca

La grande bellezza minacciata "Troppi social, selezionare i turisti"

Francini (Unesco): "Firenze patrimonio di tutti, ma prenotazioni ai musei per regolare i flussi"

La grande bellezza minacciata  "Troppi social, selezionare i turisti"
La grande bellezza minacciata "Troppi social, selezionare i turisti"

di Olga Mugnaini

E’ uno dei siti Unesco più antichi, entrato nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità fin dal 1982. Ma che fatica difendere un centro storico come quello fiorentino, amato ma allo stesso tempo assalito ogni giorno da un turismo forse troppo frettoloso per usare rispetto alle bellezze che ha attorno.

Ne sa qualcosa Carlo Francini, in passato alle Belle Arti di Palazzo Vecchio, e dal 2005 responsabile dell’Ufficio Unesco del Comune di Firenze e site manager Patrimonio Mondiale Unesco della città.

Architetto Francini, un altro monumento mutilato. Stavolta è ritoccato alla Fontana del Nettuno in piazza Signoria. Cosa si fa?

"Purtroppo il tema del vandalismo è sempre esistito ed è trasversale. Recentemente la collega delle Dolomiti, perché anche quelle sono un sito Unesco, mi ha detto che anche loro hanno il problema delle scritte sulle rocce. Forse il fenomeno ha motivazioni diverse rispetto al passato, ma i danni sono gli stessi".

In che senso è diverso?

"Prima era soprattutto il desiderio di lasciare un segno, magari le iniziali a pennarello di due fidanzatini. Adesso è la smania di farsi un selfie a cavallo di un monumento per rilanciarlo sui social. Oppure per attirare l’attenzione in segno di protesta. Resta il fatto paradossale che i danneggiatori comprendono l’importanza delle opere d’arte e sanno che sono un media potentissimo di comunicazione".

Ma come difendersi?

"Certamente con tutti i sistemi di sorveglianza possibili e con le sanzioni, che sono sempre un’arma convincente. Ma il punto su cui insistere è un altro: l’educazione. La vera sfida è far comprendere a chi viene a vedere la nostra città che quel patrimonio è anche suo. E quindi ne è responsabile. Patrimonio mondiale vuol dire questo. Come Unesco dobbiamo fare proprio questo, proteggere ma anche educare".

In un modo o nell’altro si torna però al maggior imputato: il turismo, più subìto che gestito. Ma si può controllare?

"Non c’è dubbio che il tema di fondo sia l’overtourism, che riguarda noi e più o meno, anche se in maniera diversa, tutti i siti Unesco. La differenza è che se si tratta di un’area archeologica o un singolo monumento è più facile contingentare e regolamentare. Ma a Firenze è tutto il centro storico a dover essere tutelato. E non è semplice, perché una città a ritmi di vita e dinamiche complesse".

Il concetto di numero chiuso non piace a nessuno, ma si sente sempre più il bisogno di una riflessione in merito.

"Da questo punto di vista l’Unesco come fa a dire che ci vorrebbe il numero chiuso per qualcosa che è patrimonio di tutti. Però dall’altra parte la nostra missione è proprio la difesa per tramandare i beni alle future generazioni. Va detto anche che alcune città tipo Venezia hanno provato questa strada ma non sono andate avanti".

Allora come se ne esce?

"Un’ipotesi da far sperimentare ai nostri grandi musei sarebbe quella della prenotazione obbligatoria. Adesso si può prenotare, ma non è tassativo. Se invece si potesse, ad esempio, visitare gli Uffizi o l’Accademia solo con la prenotazione, allora forse chi non ce l’ha sposta anche il viaggio a Firenze. In questo modo probabilmente avremmo dei flussi un po’ più certi. Potrebbe essere un tentativo per iniziare a gestire le presenze nel centro storico".