GIULIO ARONICA
Cronaca

La Divina Commedia su pergamena Mostra all’Istituto degli Innocenti

Si tratta di nove pezzi appartenenti a un codice trecentesco e conservate nell’Archivio storico

di Giulio Aronica

Era il testo più trascritto nel Trecento dopo la Bibbia e il primo in assoluto ad essere stampato in lingua italiana: oggi, la Divina Commedia rivive attraverso l’eredità inaspettata ricevuta dall’Istituto degli Innocenti. Si tratta di nove pergamene di versi della Commedia dantesca appartenenti ad un codice trecentesco e conservate nell’Archivio storico dell’Istituto che, in occasione delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, ha deciso di presentarle per la prima volta al pubblico in un’esposizione dedicata nella Sala San Giovanni, visitabile da oggi fino al 28 dicembre nell’ambito del ticket unico Percorso Museo - costo 6 euro - comprensivo della visita al museo e alla mostra monografica su Jenny Saville. Le pergamene antiche erano state usate come "carte di guardia", rilegature di nuovi manoscritti, secondo una prassi abituale dopo il passaggio dalla trascrizione manuale al libro a stampa; individuate nel 1912 all’interno di cinque registri contabili appartenenti al lascito ereditario della nobile famiglia Violi, confluito dal 1594 nell’Archivio dell’Istituto, le preziose pagine ancora rilegate vennero separate prima degli anni Novanta, quando Gabriella Pomaro pubblicò il primo studio dedicato, associandole a frammenti altrove conservati. L’attività di ricerca dell’Istituto ha permesso in tempi recenti di ricostruire il vincolo archivistico tra pergamene e registri, individuando informazioni fondamentali sulla loro relazione, che hanno consentito ad esempio di risalire al cartolaio di Via della Condotta che nel 1580 rilegò i libri contabili con le pagine della Commedia. "Lo scopo della mostra è quello di raccontare la complessa storia conservativa di questi reperti e il loro significato attraverso un linguaggio accessibile per le famiglie e i ragazzi - spiega la presidente dell’Istituto Maria Grazia Giuffrida - Un patrimonio che appartiene non solo alla nostra istituzione, ma all’intera comunità cittadina".