REDAZIONE FIRENZE

"La casa che crolla nel video è quella dei miei genitori"

L’angoscia dei turchi che vivono e lavorano in città: "Un miracolo se sono vivi" "Non sappiamo cosa fare. Stiamo pensando di organizzare una colletta"

"La casa che crolla nel video è quella dei miei genitori"

"La casa che crolla nel video che sta diventando virale è quella della mia famiglia, è solo grazie ad un miracolo che sono ancora tutti vivi". Mehmet Celik è un ragazzo di 25 anni lavora a Mesopotamia Kebab ed è originario di Sanliurfa, città in Turchia a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto che ha scosso il Paese. "La distanza dall’epicentro è come dal duomo di Firenze a Scandicci, è vicinissimo". Quando lo incontriamo sta aprendo il locale, a stento riesce a trattenere le lacrime. "Io sono in Italia già da 6 anni, e non so come fare per poterli aiutare, posso solo continuare a lavorare e dargli una mano. Fortunatamente le linee funzionano, quindi siamo riusciti a sentirci".

"Io sono di Birecik, una delle zone più colpite – racconta Mustafa Kurt, che di anni ne ha 27 e lavora da Pizza e Co. -. Fortunatamente la mia famiglia sta bene. Tanti colleghi di mio fratello sono fra le vittime. Riusciamo ancora a sentirli e tenerci in contatto, ma è difficile lavorare in queste condizioni. Adesso non posso nemmeno sapere se tornerò a casa, certamente devo lavorare per aiutarli. Stiamo anche pensando di fare qualcosa con gli altri turchi che vivono a Firenze".

Stessa cosa per Ahmet Cellik, suo amico e collega. "Devo lavorare per mandare i soldi a casa, ma non solo alla mia famiglia, – dice Ahmet, che è di Halfeti, altra zona colpita -. Vengo da una zona ancora rurale, la nostra più che una famiglia è quasi una tribù. La mia famiglia si è salvata perché si è rifugiata nella stalla insieme agli animali, altrimenti sarebbero morti tutti".

Iacopo Nathan