
La Bohème torna al Maggio Mimì e il mito tra amore e morte
Il mito di amore e morte, calato nella quotidianità crepuscolare e vera dell’età della giovinezza, in cui i grandi sentimenti nascono, crescono e danno senso ad una vita precaria e sospesa tra tensione al sogno e amara realtà. Semplice e profonda, popolare e immortale, torna sul palco della Sala grande del Teatro del Maggio Fiorentino "La Bohème", il capolavoro di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica ispirato al romanzo di Henri Murger. Sei le recite, di cui quattro serali (ore 20) e due pomeridiane (ore 15.30) da oggi al 29 novembre, a distanza di poche settimane dall’anno del centenario, il 2024, della morte del compositore lucchese. L’opera fu scritta fra il marzo del 1893 e il volgere del 1895, tra Milano, Torre del Lago e la Villa del Castellaccio vicino a Uzzano, messa a disposizione dal conte Orsi Bertolini. La regia di Bruno Ravella ripresa da Stefania Grazioli ripropone l’allestimento del 2017. Sul podio, alla guida di orchestra, coro e coro di voci bianche, è il maestro Giacomo Sagripanti al suo debutto al Maggio.
In scena un cast di cantanti giovani e talentuosi: Mariangela Sicilia è Mimì, mentre Galeano Salas veste i panni di Rodolfo; Elisa Balbo è Musetta, mentre Marcello è interpretato da Min Kim, talento dell’Accademia del Maggio. William Hernandez e Francesco Leone danno voce rispettivamente a Schaunard e Colline. Il cast parallelo, negli spettacoli del 16 e 25 novembre, è composto da giovani altrettanto promettenti: Aida Pascu; Kang Wang, Aleksandrina Mihaylova, Qianming Dou e Matteo Torcaso. Le scene sono di Tiziano Santi, i costumi di Angela Giulia Toso. L’ambientazione, dai tratti poetici e tradizionali, si colloca nella Parigi del tardo Ottocento. Gli spazi dei quattro quadri sono semplici ed essenziali: lo spaccato della soffitta di Rodolfo e Marcello, la cui struttura diventa nel secondo quadro un grande semicerchio ricco di luci, quello del Café Momus. E infine una Barriera d’Enfer minimalista: una piccola costruzione in legno, una sbarra e una panchina.
"La Bohème – spiega Sagripanti - è un’opera ’di colori’, dall’orchestrazione profondamente raffinata. É in assoluto l’opera più ‘giovane’ di Puccini: perciò ho cercato di evidenziarne l’impulsività, l’attitudine spontanea a farsi trascinare dalle emozioni. E nel finale, la tragedia della morte di Mimì avviene in una calma quasi serafica, come scorrimento naturale della vicenda". La recita dI oggi sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio 3.
Chiara Caselli