La scomparsa di Kata, concluse le rogatorie in Perù. Nessuna traccia della bimba

Ascoltate 14 persone dalla procura. Dalle audizioni di testimoni, parenti e amici non sembrano emergere nuovi elementi utili

Firenze, 31 ottobre 2023 – Nessun elemento sembra essere utile per ritrovare la piccola Kataleya. La scomparsa delle bambina di 5 anni peruviana dall’ex Hotel Astor di via Maragliano, avvenuta il 10 giugno, pare non avere ancora risposte. La procura di Firenze ha concluso le rogatorie col Perù ascoltando in videoconferenza 14 persone che reputava potessero fornire informazioni utili sulla scomparsa di Kata. Secondo quanto appreso, almeno finora pare che appunto nessun elemento utile sia emerso dall'audizione dei testimoni, parenti e amici dei familiari della bimba che abitano sempre nel paese di origine. Gli accertamenti erano legati a una delle piste battute dagli inquirenti, quella, suggerita dal padre della bimba scomparsa, di un rapimento per errore legato a una vendetta per una quantità di droga mai pagata.

Tra le persone ascoltate, ci sono stati uno zio paterno di Kata, detenuto in un carcere a Lima, e un altro peruviano anche lui recluso nello stesso penitenziario e coinvolto in una vicenda di droga nell'aprile 2022 proprio a Firenze. Questo altro peruviano, che è recluso in Perù per un'altra vicenda avvenuta nel suo Paese, era stato denunciato a Firenze perché trovato dalla polizia con 13 chili di marijuana in un appartamento nel quartiere di Novoli. In quell'abitazione, secondo gli inquirenti, viveva anche una donna, mamma di una bambina della stessa età di Kataleya: madre e figlia sarebbero poi andati a vivere dell'ex Astor, abusivamente occupato. Da qui l'ipotesi che Kata sia stata scambiata per quest'ultima bambina e che sia stata rapita per una vendetta. Intanto, il padre della bimba Miguel Angel Chicllo, detenuto nel carcere di Sollicciano è stato trasferito a quello di Prato per decisione del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Quando Kata sparì dall'Astor, suo padre Miguel Angel era in carcere per furto e utilizzo di carte di credito. Il giudice, perché potesse stare vicino alla famiglia, dispose per lui la scarcerazione con obbligo di firma due volte al settimana. Tuttavia negli ultimi tempi Miguel Angel Chicllo non si sarebbe presentato per due volte alla stazione dei carabinieri per la firma e così la procura ha chiesto di aggravare la misura, cosa poi decisa dalla Corte d'Appello con il suo ritorno in carcere. Infine, è confermato che nessuna traccia di Kata è emersa dal sopralluogo dei "Cacciatori di Calabria” dei carabinieri nell'ex hotel Astor. Gli investigatori, nell'arco di tre giorni tra il 17 e il 20 ottobre, hanno perlustrato ogni intercapedine e nascondiglio nell'edificio, ma non sono state trovate tracce. Le indagini della procura, aperte per sequestro di persona a scopo di estorsione, procedono tenendo di conto ogni elemento utile a disposizione.