Kata, il cerchio si stringe. Un ex ospite dell’hotel al centro dei sospetti

Dai risultati dei test del Dna potrebbe presto arrivare la svolta. Numerosi oggetti recuperati all’interno dell’immobile e analizzati. Ma la Procura mantiene la riservatezza per evitare che qualcuno fugga

Firenze, 28 giugno 2023 – Chi ha preso Kataleya, chi ha fatto del male a Kata, qualunque cosa le abbia fatto, non è fuggito. E’ ancora qui. E’ qui e si cerca di individuarlo e inchiodarlo soprattutto grazie agli esami e alle comparazioni dei Dna, prima che possa riparare all’estero, in Perù o in Romania, i principali paesi di origine delle etnie che in autunno occuparono l’albergo dismesso di via Maragliano diventato presto una bomba sociale e delinquenziale, tra droga, racket degli affitti, abusi, prevaricazioni, svariati atti di violenza. Dna raccolto secondo lo ‘schema’ tecnico genetico tra una platea ridotta, un microcosmo comunque importante: circa 150 persone tra adulti e bambini. Ed eventuali ’ospiti’ esterni.

Una precisazione ("i residenti dell’ex albergo occupato sono stati censiti tutti") lascia intendere che sarebbero diversi gli adulti sottoposti al prelievo deciso dal sostituto procuratore Christine Von Borries. Prudente la nota diffusa dai Carabinieri: "Gli accertamenti sul dna degli occupanti rientrano nelle normali attività investigative specifiche per le ricerche di persone scomparse, finalizzate semplicemente a cristallizzare la eventuale presenza di soggetti estranei agli occupanti dell’Astor rispetto ai reperti acquisiti durante i sopralluoghi". Qualcosa c’è : significa che ci sono elementi indiziari che orientano verso un sospetto, al momento. Dal test del Dna potrebbe arrivare la svolta al dramma angosciante di quest’estate. Esami di laboratorio, ritmi di inquirenti e investigatori frenetici, celati dal segreto istruttorio: dalla traccia biologica ricavata all’analisi forense di un profilo genetico. C’è chi potrebbe capire. E fuggire. Qualcuno che in questi giorni è e sarà monitorato con discrezione e attenzione.

Diversi gli oggetti che sono stati repertati, acquisiti nell’ex hotel e fuori. Non precisati, per ora. Dei quali volutamente non si sta parlando per non associarli immediatamente a chi ha fatto male a Kataleya Alvarez, 5 anni. Ci sono automobili segnalate. Nominativi dei proprietari. Targhe. Tutto acquisito dalla Procura, che ricerca profili genetici da comparare con quello di Kata. E così collocare con certezza il soggetto sulla scena del crimine in quell’ora e trequarti che va dall’ultimo avvistamento di Kata (che lascia alcuni amichetti e, fatti pochi passi indietro rientra in albergo) e l’allarme. Intanto una sicurezza : i profili genetici dei genitori di Kata – Katherine e Miguel – e quello della bambina sparita il 10 giugno, ricavato dal suo spazzolino da denti, provano in modo inequivoco che la piccola è figlia dei due. Questo sgombera il terreno dai dubbi su un movente di ‘contesa’ sulla paternità della bambina. Poco meno di una decina di giorni dopo la sparizione di Kataleya, il padre tornato in Procura aveva chiesto di essere riascoltato. Davanti al sostituto procuratore della Dda, Von Borries, aveva prospettato la possibilità di uno scambio di persona.

Negli anni le tecniche di raccolta e analisi delle tracce biologiche sulla scena del crimine si sono evolute e aggiornate garantendo un grado di accuratezza e di affidabilità sempre maggiori. Ricapitolando: l’ex hotel controllato con cura; i tanti testimoni, tra gli altri occupanti dello stabile, sentiti da procura e carabinieri; la visione delle telecamere di videosorveglianza con più software sofisticati, per cercare nelle migliaia e migliaia di ore di registrazione anche il più piccolo segno del passaggio della bambina o dei suoi rapitori. Ma la prova regina resta sempre quella scientifica. Specie se cercata nei grandi numeri. Con caparbietà e tenacia.

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