EMANUELE BALDI
Cronaca

Iv corteggia il Pd: ci siamo. Ma la Sinistra avverte: "Serve discontinuità"

I due poli opposti della possibile coalizione dicono sì al piano dei dem. La strategia dei renziani per arginare i 5 Stelle. Ancora nubi sul Giani bis.

Francesco Bonifazi al fianco del leader di Italia Viva Matteo Renzi

Francesco Bonifazi al fianco del leader di Italia Viva Matteo Renzi

Il campo largo in Toscana è anche (e soprattutto) questione di prospettive. E l’ultima sembra essere quella del salto collettivo sull’Arca di Noè a trazione dem per sfuggire al diluvio dell’anonimato politico (e rimandare poi le discussioni una volta a bordo). Prova ne è che ieri, all’indomani del conclave del Pd in vista del voto regionale, nel giro di un pugno di minuti, sia pur con toni e contenuti diversi, gli opposti del campo largo – Italia Viva e Sinistra Italiana – abbiano fatto come l’uomo del monte, dicendo un convinto sì al progetto del centrosinistra.

Tra le prospettive c’è infatti quella renziana, cioè della rincorsa al bis in giunta, sulla quale ieri Francesco Bonifazi, uomo forte dell’ex Rottamatore, si è affrettato a mettere la ceralacca. "Il laboratorio più avanzato d’Italia contro le politiche del governo Melonì". Così l’esponente di Italia Viva ha ribattezzato gli obiettivi fissati dal Pd toscano al vertice di lunedì. Al netto quindi dello scartamento a sinistra della coalizione del Granducato IV dichiara, lancia in resta, di "condividere integralmente l’obiettivo del Pd toscano e del segretario". Un avvicinamento formale più alla coalizione che al suo candidato in pectore. Un segnale? Forse.

Il mantra sembra questo: torniamo al governo, anche sedendosi allo stesso tavolo dei 5 Stelle (che i renziani a quel tavolo neanche li vogliono vedere) e poi si vedrà che, magari, i pentastellati – non esattamente una corazzata in Toscana e per di più divisi – magari restano sotto la soglia di sbarramento dando a Italia Viva margini di manovra assai più ampi in un futuro prossimo. C’è poi la terza visione di campo largo, quella di sinistra. Emblematica l’uscita di ieri da parte del segretario di Sinistra italiana in Toscana, Dario Danti e del membro della segreteria nazionale del partito Lorenzo Falchi: "Bene l’apertura di una nuova fase anche in Toscana, finalmente si inizia a discutere di programmi. – si legge in una nota – Abbiamo sempre sostenuto che la coalizione per la Toscana del futuro dovrà muovere da un nucleo fondativo costituito da Pd, Avs e Movimento 5 Stelle". Sinistra Italiana, al contempo però, continua a battere sul tasto della "discontinuità politica e programmatica". "Cambiare politiche è sempre più necessario a partire dai temi del lavoro, dell’ambiente, del diritto alla salute e di una vera transizione ecologica per i nostri territori". Ed ecco Europa Verde. "Sono convinto – le parole di ieri del coportavoce Eros Tetti – che la Toscana possa essere davvero un laboratorio politico avanzato per il Paese, in grado di coniugare diritti, ambiente, salute e lavoro. Un percorso che parte da basi già solide: l’approvazione della legge sulla Toscana Diffusa, e l’ottimo lavoro di Eugenio Giani". Ed è proprio quella gianiana, infine, l’ultima prospettiva. Il governatore uscente – al netto di una fumata bianca per la candidatura bis che ancora non c’è – sarebbe per l’estensione massima con la copertura elastica di ogni centimetro di centrosinistra calpestabile. “Volemose bene“ che poi tempo per limare e aggiustare spigoli ce n’è.

Spigoli che però, al netto della virata a sinistra di Giani che già si è detto favorevole ai quesiti del referendum di giugno, compreso quello sul superamento del Jobs Act renziano, secondo alcuni potrebbero riservare qualche ostacolo nelle manovre del governatore uscente non (ancora) sufficientemente in sintonia, a livello programmatico, con la linea ufficiale del Nazareno. E la poltrona di Palazzo Strozzi Sacrati fa sempre più gola.