Irpet: la crisi non è ancora finita. Moda in frenata, regge solo il lusso

"Svuotamento del potere d’acquisto della classe media, che ha visto ridursi la sua disponibilità economica"

Irpet: la crisi non è ancora finita. Moda in frenata, regge solo il lusso

Irpet: la crisi non è ancora finita. Moda in frenata, regge solo il lusso

La moda è il comparto manifatturiero in maggiore difficoltà in Toscana. Nel 2023 il settore, si legge nella nota di lavoro di Irpet, ha registrato una flessione nelle esportazioni dei prodotti tessili del 9%, -8,7% pelli e concia, -6,6% calzature e -4,4% l’abbigliamento. Continuano a calare gli addetti e nel primo trimestre 2024 le variazioni sono pesanti: -22% a gennaio, -17% a febbraio e -12% a marzo rispetto ai dodici mesi precedenti. In aumento il ricorso alla cassa integrazione, soprattutto per i settori della concia, della pelletteria e delle calzature, a cui si aggiungono però, negli ultimi mesi, anche il tessile e l’abbigliamento.

Quali le ragioni di questa crisi? Lo spiegano il direttore di Irpet, Nicola Sciclone, e i ricercatori Natalia Faraoni e Marco Mariani, che hanno curato la nota di lavoro. "A frenare la domanda – spiegano – sono l’orientamento restrittivo dalle politiche monetarie, le irrisolte tensioni geopolitiche fra Ucraina e Russia, la forte contrazione del mercato cinese, a cui più recentemente si sono aggiunte le ostilità che si sono aperte sul fronte mediorientale". A pesare negativamente anche la compressione dei risparmi e la revisione al ribasso delle aspettative di una larga fetta di famiglie, causata dall’impennata inflazionistica.

Ciò ha determinato, evidenzia Irpet, una polarizzazione delle scelte di consumo. Si comprano prevalentemente prodotti da lusso estremo o a prezzi medio-bassi, a fronte di uno svuotamento del potere d’acquisto della classe media, che ha visto ridursi la sua disponibilità economica. A queste tendenze generali si sovrappongono comportamenti specifici riconducibili a singoli paesi. Un esempio -è quello della Cina: la flessione della domanda di acquisto da parte di questo Paese è stata causata dalla bolla speculativa del mercato immobiliare interno, che, nel 2023, ha ridotto il potere di acquisto della classe media, provocando una repentina riduzione degli acquisti del cosiddetto ‘lusso accessibile’. A incidere sull’andamento della moda anche le pecularità della filiera toscana, che, per il mercato del lusso, è trainato da pochi marchi la cui proprietà si è molto concentrata. "Nel tempo ciò ha ridotto il numero di clienti dei fornitori locali, che sono ormai rappresentati da poche grandi holding, che richiedono alle imprese conto terzi numerosi adempimenti in termini di certificazioni e controlli di qualità".

La moda, e in particolare il comparto pelli, concia e calzature, risentono dunque negativamente anche di alcuni cambiamenti che non sono legati necessariamente alle vicende del ciclo economico. Si tratta di fenomeni eterogenei e di cui è difficile, per ammissione degli stessi addetti ai lavori consultati da Irpet, cogliere la natura transitoria o permanente.

mo. pi.