Iran, il coraggio delle ribelli. Le ragazze amano più forte

Oggi alla Giunti Odeon Barbara Stefanelli presenta il suo "Love harder"

Iran, il coraggio delle ribelli. Le ragazze amano più forte

Iran, il coraggio delle ribelli. Le ragazze amano più forte

Il dramma delle donne iraniane non deve essere dimenticato. E oggi c’è un’occasione imperdibile per avere un quadro esatto della situazione. Alle 17,30 alla libreria Giunti Odeon, in collaborazione con Middle East Now festival, la presentazione del libro "Love Harder. Le ragazze iraniane camminano davanti a noi" (Solferino Edizioni) di Barbara Stefanelli (nella foto), vicedirettore vicario del Corriere della Sera. Intervengono Agnese Pini (direttrice di QN Quotidiano Nazionale-La Nazione-Il Resto del Carlino-Il Giorno), e l’artista iraniana Zoya Shokoohi.

Nika, studentessa, 16 anni? E’ caduta da un palazzo, dice il regime. Aida, 36, medico? Un amante abbandonato l’ha spinta giù dal cavalcavia, dice il regime. Reyaneh, ancora teenager al suo ingresso in prigione? Lei in effetti è stata giustiziata, dopo sette inverni, perché giudicata colpevole di aver ucciso un uomo: questa volta il regime non mente, ma nasconde che quell’uomo stava cercando di stuprarla. Sono queste, e molte altre, le storie quotidiane delle ragazze iraniane lungo le strade della "loro" Rivoluzione, che dura da oltre quarant’anni e che sogna di aver imboccato il rettilineo finale. Una generazione di giovani istruite che si rispecchiano nelle coetanee di Paesi più liberi, ne condividono i desideri, aspirano agli stessi diritti. Pagano col sangue il coraggio di mettere i propri corpi di traverso a un sistema vecchio, sessista, illiberale, determinato a spegnerne in fretta la rivolta.

"Il regime ci sventra", ripetono, raccontando di abusi, accecamenti, sparizioni, finti suicidi. Ma la loro rivoluzione è fatta anche di canzoni, colori e arte, di solidarietà. Quanto saremmo capaci oggi – noi che ci sentiamo al riparo – di batterci per la libertà? La nostra, quella degli altri, quella delle nostre figlie e dei nostri figli, che consideriamo già in salvo? In una narrazione appassionata che si fa testimonianza, Barbara Stefanelli raccoglie le storie delle ribelli iraniane e delle madri, dei fratelli, padri e compagni che ne hanno sostenuto la battaglia. Per custodire i nomi e i volti, il sacrificio e le promesse. Perché le libertà sono la fede che ci accomuna. Non può esserci indifferenza: deve risuonare in noi la loro chiamata a combattere. Ad "amare più forte".