Mario
Lombardi *
Spesso mi sono trovato non all’altezza del mio compito (un insegnante che non sa la grammatica a memoria, un docente che può sbagliare un congiuntivo…), eppure per altri motivi dopo essermi sentito l’ultimo degli ultimi, mi sento il primo dei primi, quindi qualcosa non torna! Forse dovremmo analizzare cosa significa insegnare o meglio, cosa questo, significa per me! Insegnare per me significa affascinare emotivamente chi ascolta, trasmettere dati ma attraverso un linguaggio semplice. Ovviamente mi sto riferendo a quelli che io chiamo cuccioli (soprattutto i ragazzi della prima media ), sentirsi ragazzi come loro, avendo come vantaggio però…di essere adulti e pieni di esperienze. Spesso, vedendo i miei lavori in classe, i colleghi mi chiedono di poterli rifare. Perdo forse la mia originalità? Certo che no! Loro potranno rifarli ma se mancherà loro la voglia di giocare, se non avranno dentro di loro il loro spirito, non potranno mai copiarmi… è l’intonazione della voce, è la voglia di divertirsi insieme, che può fare la differenza! Insegnare con il cuore non si impara purtroppo come le nozioni, sono regali che il destino può darci ed è questa la mia rivincita nel sentirsi ultimo degli ultimi; almeno questo regalo l’ho ricevuto e lo tengo caro. Che consigli posso dare allora se è solo un dono? Per avvicinarsi il più possibile al cuore, consiglio prima di tutto sentirsi madre o padre o fratello maggiore di quei bimbi e poi..bimbi fra loro, far apparire tutto come un gioco fantastico e i cuccioli vi seguiranno come i topini con il pifferaio! Per i ragazzi della seconda e della terza.. il discorso si fa più complicato e profondo…ma questo alle prossime puntate!
* Insegnante di Letterealle scuole medie