Pinocchio è spesso vittima di sopraffazione. Viene raggirato, rapito, fatto servo, deriso senza pietà, legato a una catena al posto di un cane. Impossibile non chiedersi: ma è giusto che un bambino venga trattato così? L’ovvietà della risposta ci ha condotti a una riflessione più profonda attraverso la lettura di “Pinocchio nel paese dei diritti”, libro pubblicato dall’Unicef che spiega i diritti contenuti nella Convenzione sui diritti dell’infanzia. Questo documento è stato approvato da quasi tutti gli Stati del mondo nel 1989, eppure ancora oggi molti Paesi sembrano ignorarne il contenuto, privando i giovani della possibilità di studiare, di esprimersi liberamente, di abitare in un posto sicuro, di sentirsi protetti, di condurre una vita spensierata e felice. Una vita in cui essere protagonisti consapevoli e non burattini intrappolati nella morsa dello sfruttamento e della privazione. A differenza di Pinocchio, noi abbiamo la fortuna di nascere in carne e ossa ma le tante storie di cronaca, delle quali discutiamo ogni settimana in classe, ci hanno fatto capire che a volte “restare umani” è più difficile che diventarlo.
CronacaInfanzia negata Un dramma irrisolto