REDAZIONE FIRENZE

In Toscana crescono le iniziative per salvare le api: progetti e sensibilizzazione per proteggere una specie fondamentale.

In Toscana crescono le iniziative per salvare le api, cruciali per la biodiversità e l'agricoltura. Progetti educativi e sperimentazioni per proteggere queste importanti specie.

A fronte di un rischio per la sopravvivenza delle api sempre più allarmante, aumentano le iniziative in Toscana che cercano di salvaguardare questa specie così importante per la Terra e il suo futuro.

Un po’ ovunque in Toscana ci sono iniziative di tutela e sensibilizzazione delle api, come gli studenti di una classe dell’istituto Staffetti di Carrara che, in nome della biodiversità, sono diventati sentinelle di un progetto per arginare la Vespa Velutina, insetto alieno che uccide senza scrupoli le nostre api. A Bagno a Ripoli in provincia di Firenze sia al parco urbano di Grassina che all’Oratorio di Santa Caterina gli studenti e i cittadini sono coinvolti in laboratori didattici grazie ad arnie di Arpat dotate di particolari sensori per monitorare l’attività delle api, quanto miele "made in Bagno a Ripoli" producono e, attraverso la sua composizione, come si evolve la biodiversità circostante.

A Signa, sempre in provincia di Firenze, lungo il torrente Ombrone è stata avviata dal consorzio di bonifica medio Valdarno la prima sperimentazione in Italia dedicata alla trasformazione dei terreni adiacenti ai corsi d’acqua in prati, che rimangono fioriti per buona parte dell’anno: è un’idea di un team di ricercatori dei dipartimenti di biologia e di scienze e tecnologie agrarie, alimentari ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze.

Un progetto pilota che vuole coinvolgere altre aree golenali e le casse di espansione dei fiumi per farle diventare l’habitat ideale per la proliferazione delle api selvatiche. Di api si parla anche nelle scuole, a partire dall’infanzia, con iniziative per sensibilizzare la cittadinanza fin da piccolissimi. E di idee in giro per la Toscana ce ne sono tante, mentre in tante città in particolare del nord (come Milano, Bergamo e Parma) sulla scia di altre realtà europee, hanno ridotto il taglio dell’erba per favorire la biodiversità. Una scelta che divide la cittadinanza, ma che anche qualche Comune toscano sta guardando con interesse.

E nella giornata mondiale della api recentemente celebrata, Coldiretti ha ricordato che i mielari italiani sono sempre più vuoti e la richiesta del mercato viene colmata con un +23% di importazione di miele dall’estero. Eppure solo in Toscana sono oltre 7mila le aziende che si prendono cura di 170mila alveari e 20mila sciami. In crescita la presenza di donne e giovani impegnati in questo particolare settore, che lottano però coi cambiamenti climatici che "mandano in tilt" le api, incapaci di sincronizzarsi con le piante; non solo diminuisce il prodotto e incide sulla sostenibilità economica delle aziende agricole, ma mette a rischio anche le colture alimentari che si basano sulla loro impollinazione.

Coldiretti Toscana sta portando avanti la sua campagna per la "bee economy", un settore del made in Italy fondamentale per la difesa della biodiversità oggi messo a rischio da clima e concorrenza sleale. "La nuova europea Direttiva Breakfast introduce un’etichetta obbligatoria e chiaramente visibile del Paese di origine – sottolinea Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – La parola Italia sarà presente per legge solo sulle confezioni di miele raccolte interamente sul territorio nazionale. Su prodotti misti dovrà essere sottolineata l’origine non totalmente Made in Italy"

Manuela Plastina