
E’ una vera e propria sfida all’illusionismo, dove il racconto dei miti si alterna alle virtù cardinali negli angoli, per culminare con la celebrazione dei Medici al centro. Tutto ciò alzando gli occhi verso la volta della Galleria degli Specchi a Palazzo Medici Riccardi, dove Luca Giordano lasciò a Firenze non solo il segno e il gusto del tempo, ma la dimostrazione della sua straordinaria abilità di pittore barocco, fra i più virtuosi e prolifici del nostro Paese.
Vissuto in città tra il 1682 e il 1686, le famiglie fecero a gara a contendersi l’artista napoletano, pronte ad accogliere le novità della sua pittura e a investirlo di importanti esecuzioni. Fra queste - oltre ai granduchi medicei - ci furono i Del Rosso, Corsini, Sanminiati, Andreini, Martelli e i Riccardi, a cui il pittore lascerà in consegna importanti capolavori su tela e a fresco destinati a segnare la storia del Barocco italiano.
Ed ecco proprio a Palazzo Meddici Riccardi, la Città Metropolitana che vi ha la sede, insieme a Muse, ha organizzato la mostra (fino al 5 settembre) “Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze”, che racconta il legame dell’artista con la città, curata da Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi e organizzata con il sostegno di Business Strategies.
In mostra una selezione di circa cinquanta opere, alcune delle quali mai viste a Firenze prima d’ora, profondamente connesse agli affreschi, non solo della Galleria degli Specchi, ma anche della Biblioteca Riccardiana, che ospita nella sua sala di studio uno dei due affreschi eseguiti da Luca Giordano per i Riccardi. Qui si apre contestualmente una mostra dal titolo “Dai libri alla pittura. Viaggio tra le fonti iconografiche di Luca Giordano a palazzo Medici Riccardi“ a cura di Francesca Gallori con Rossella Giovannetti, Letizia Paolettoni e Giovanna Lazzi. Il percorso espositivo è composto interamente da libri, manoscritti e disegni della Biblioteca Riccardiana, ed intende raccontare alcuni miti degli affreschi attraverso le immagini delle diverse fonti letterarie che possono essere servite da modello al pittore, tra cui la Tabula Cebetis, La Sfera del Dati, Le Metamorfosi di Ovidio nelle sue tante versioni, le incisioni di Stefano della Bella, le rappresentazioni delle feste medicee.
Concludono il percorso i tre studi di Giovanni Battista Foggini per gli stucchi e il disegno per uno specchio del salone di Anton Domenico Gabbiani, tutti parte della raffinata collezione riccardiana di disegni. Scopo della mostra è anche quello di dare nuovo risalto agli affreschi della Galleria e della Biblioteca, che oltre a beneficiare di un nuovo sistema di illuminazione sono oggetto di studio da parte dell’Opificio delle Pietre Dure per approfondire la peculiare tecnica impiegata da Luca Giordano.
Tornando alla mostra principale, l’esposizione si apre con l’Autoritratto proveniente dal Pio Monte della Misericordia di Napoli, databile intorno al 1680-92, per passare ad alcuni disegni giovanili tratti dagli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Barberini, a Roma. E ancora Il Trionfo di Galatea degli Uffizi e una serie di dieci bozzetti della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, di proprietà della National Gallery di Londra, che per l’occasione saranno messi in dialogo diretto con la volta. E ancora, le Virtù distribuite in varie collezioni private europee e poi quadri provenienti dal Museo dell’Opera del Duomo di Siena, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo di Palazzo Mansi a Lucca, oltre ad opere da collezioni private italiane e americane.
Olga Mugnaini