In gravidanza col virus, boom di donne positive. "Casi difficili da gestire"

Undici malate in quindici giorni nel reparto ginecologia di Torregalli. La dottoressa Del Carlo: "La criticità maggiore riguarda l’organizzazione"

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Firenze, 22 novembre 2020 - Con l’aumentare dei contagi degli ultimi mesi è cresciuto anche il numero di donne costrette ad affrontare il Covid-19 durante la gravidanza. Ma c’è una buona notizia: nonostante la comprensibile preoccupazione data dall’essere positive in un momento così delicato, l’infezione non provoca solitamente problemi a mamma e bambino. Non solo: tutti i servizi pre e post parto sono garantiti, virtualmente o in presenza, visto che gli ospedali fiorentini si sono attrezzati per le varie situazioni che si possono verificare. Ma cosa succede esattamente quando il Covid s’intreccia con la gravidanza? A spiegarcelo è la dottoressa Paola Del Carlo, direttrice del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Giovanni di Dio.

"Trattandosi di donne solitamente giovani – spiega – l’infezione da Coronavirus ha quasi sempre conseguenze di entità medio-bassa. Molto resta ancora da capire ma, almeno nella nostra attuale esperienza, il Covid non ha provocato problemi seri a mamme e bambini. La criticità maggiore riguarda la gestione di questi casi: il loro aumento impone infatti agli ospedali cambiamenti importanti nell’organizzazione". E se nella prima fase a il numero di donne in gravidanza positive era stato basso, il quadro è cambiato da settembre.

"Durante la prima ondata – spiega ancora la dottoressa Del Carlo – c’eravamo stupiti per la bassa positività delle donne in gravidanza. Approfondendo, è emerso da vari studi che, già da fine gennaio, quando le prime notizie sul Covid hanno iniziato a girare, molte donne in attesa si sono blindate in casa. Così, a Torregalli, fra marzo e agosto, abbiamo seguito appena 6 gravidanze Covid. Nella seconda ondata è cambiato tutto: in estate la percezione del rischio è diminuita e in autunno abbiamo avuto un boom. Dal 17 al 31 ottobre, per esempio, abbiamo avuto ben 11 casi. A novembre hanno ripreso a calare e, ad oggi ne abbiamo seguiti 7: due direttamente, due dirottati a Careggi e, fattore nuovo, tre donne positive che si sono negativizzate prima del parto".

Per gestire le gravidanze e i parti Covid, i vari ospedali e punti nascita hanno rafforzato la collaborazione. Ognuno ha il suo percorso Covid, anche se i parti di donne positive vengono poi concentrati, se possibile, a Prato e Careggi, che hanno maggiore disponibilità di camere singole e stanze a pressione negativa, che limitano cioè la dispersione all’esterno di aria (e quindi il pericolo di contagio). Quando però il trasferimento non è possibile, ogni ospedale è in grado di far partorire le donne positive garantendo massima sicurezza.

"All’inizio ero un po’ preoccupata – spiega Elenita che è stata seguita da Torregalli e ha partorito una bimba il 23 ottobre -. Avevo contratto il virus da mio marito e ho passato i dieci giorni prima del parto in quarantena. In ospedale sono stata isolata e quando sono tornata a casa, per fortuna, sia io che mia figlia risultavamo già negative". Intanto un ringraziamento a chi segue i percorsi nascita è arrivato ieri dal presidente della Regione, Eugenio Giani. "Ben arrivati piccole e piccoli toscani – ha scritto su Facebook -. Grazie al personale sanitario toscano per aver reso sicuro il parto di molte madri. Grazie anche a tutti coloro garantiscono tutte le visite previste in gravidanza, è un aspetto fondamentale da non trascurare".

 

 

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