Ragazzi meno stressati, apprendimento facilitato. È questa la filosofia alla base della ‘scuola senza voti’, che approda all’istituto tecnico e liceo linguistico Marco Polo di Firenze. Da settembre, in una prima classe del linguistico spariranno i numeri dal registro elettronico: insomma, niente più 4 in rosso acceso o 8 su sfondo verde. Dai voti si passerà ai giudizi. E i ‘numeri’ arriveranno solo a giugno, con la pagella finale. "Una scuola senza voti non significa una scuola senza valutazioni e tantomeno una scuola più semplice – mette subito in chiaro il dirigente scolastico, Ludovico Arte –. Noi puntiamo a raggiungere gli stessi risultati scolastici avendo studenti più sereni". Del resto, i risultati delle scuole che hanno messo un po’ da parte i voti sono molto incoraggianti. A Roma, al liceo Morgagni, da sette anni è partito il progetto. Ed i risultati relativi all’apprendimento sono in linea con quelli emersi seguendo il percorso tradizionale. Gli studenti vengono interrogati ed hanno i compiti in classe, ma i docenti traducono a parole quel che freddamente esprime il numero. Insomma, gli insegnanti della scuola senza voti spingono gli alunni a capire quanto e come hanno studiato e come potrebbero fare per migliorarsi e per approfondire. Ci saranno griglie di valutazione per rendere omogenei i giudizi? "È più probabile che lasceremo i docenti liberi – risponde Arte –. Esprimeranno delle valutazioni descrittive e, naturalmente, condivideranno coi ragazzi il percorso. Nei giudizi non troveremo neppure l’ottimo o l’insufficiente. Per un tema, sarà magari scritto che il compito è grammaticalmente corretto e approfondito nei contenuti. Tra il giudizio ed il commento a voce del docente, ogni ragazzo avrà chiara la propria situazione". Da settembre, al Marco Polo spariranno pure i quadrimestri, per "considerare l’anno come un tutt’uno ed evitare il sovraccarico didattico di fine gennaio". Così, a febbraio niente pagelle, ma i consigli di classe si riuniranno per fare il punto sull’andamento scolastico e segnalare le situazioni più critiche ai genitori.
Elettra Gullè