In città il dolore di Bucha: "Ci massacrano"

Il sindaco del luogo simbolo del martirio e il collega di Melitopol da Nardella che assicura: "Azioni concrete per aiutare la vostra gente"

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"Durante il mese di occupazione russa di Bucha sono state uccise 456 persone, e questo numero include bambini, madri, giovani".

Le parole del sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk pesano come macigni. "Al 95% delle vittime è stato sparato. Non sono morte per esplosioni o per altre cause, sono stati intenzionalmente uccisi dagli aggressori russi. Siamo particolarmente grati alla comunità internazionale e ai giornalisti che erano a Bucha, che hanno filmato le evidenze di questo orrore. I soldati russi non seguono le convenzioni internazionali: torturano e uccidono anche i civili. Per me parlare di questo è molto difficile, ma sapete tutti che l’esercito russo, che si autodefinisce il secondo più importante al mondo, sta trattando donne e bambini con violenza, sta torturando le persone".

Un orrore al quale si è unita la spoliazione di tutti i beni delle città ucraine. "I russi – racconta ancora il primo cittadino della città martire – hanno distrutto tutti i mezzi e gli equipaggiamenti che avevamo o li hanno mandati in Bielorussia". Da questo serve ripartire: ricostruire e non dimenticare. La toccante testimonianza di Anatoliy Fedoruk uscito per la prima volta dall’Ucraina insieme al collega di Melitopol Ivan Fedorov, rapito e torturato dai russi entrati nella sua città nelle prime settimane dell’invasione delle truppe di Putin punta a lanciare un imponente piano di ricostruzione dell’Ucraina, grazie al sostegno dell’Europa.

I due primi cittadini sono venuti a Firenze nell’ambito del Festival d’Europa, su invito del sindaco Dario Nardella, che è anche presidente di Eurocities, l’associazione organizzatrice che raccoglie i sindaci delle principali città europee. Nella mente un presente che è impossibile cancellare, fatto di stupri di guerra, morte e violenze. L’obiettivo però è la ricostruzione. Su questo i sindaci ucraini hanno concentrato le loro relazioni: gli aiuti umanitari servono, ma non sono tutto. Servono macchinari da costruzione, mezzi antincendio, ambulanze. Quelle locali sono state completamente distrutte in questi due mesi di guerra. "Abbiamo disperatamente bisogno di questi mezzi per riportare le nostre città alla normalità – ha detto Anatoliy Fedoruk – a Bucha non abbiamo bisogno di aiuti umanitari, c’è cibo a sufficienza per ora, ma abbiamo bisogno di un aiuto tecnico: chiediamo all’Ue un aiuto per ricostruire la città, le nostre case, i nostri palazzi, le nostre strade". "Siamo grati all’Unione europea – ha detto il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov – di averci fornito armi e cibo e di aver accolto i nostri cittadini profughi. Il nostro paese vive una tragedia immensa ormai da più di due mesi, con oltre 20mila cittadini uccisi dai soldati russi, con oltre 200 bambini ucraini, con più di 150 tra città e villaggi distrutti. Tra le città distrutte c’è anche la mia Melitopol: era un esempio, ora è un cumulo di macerie. L’Ucraina, con il suo sacrificio, sta facendo da scudo a tutta l’Europa, difendendo le case dei cittadini europei. Deve essere chiaro a tutti che la guerra della Russia non è solo contro l’Ucraina ma contro l’Europa intera". "Ai sindaci di Bucha e Meitopol – ha detto Dario Nardella - e al segretario dell’associazione delle città ucraine, ho garantito il supporto della città di Firenze e di Eurocities nella ricostruzione. Siamo e saremo al vostro fianco con azioni concrete".

Fabrizio Morviducci

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