
di Sandra Nistri
Pagheremo tutto, fino all’ultimo centesimo. L’assessore al Bilancio Damiano Felli, dopo la sentenza della Cassazione dell’ottobre scorso, aveva rassicurato così, in consiglio comunale, le circa 160 famiglie ‘vittime’ della scelta del Comune di non riconoscere l’esenzione dell’Imu ai coniugi che abitano in due diverse residenze, spesso per motivi di lavoro. Un impegno chiaro che sembra però disatteso da un cospicuo numero di lettere di diniego arrivate a famiglie destinatarie dell’avviso di accertamento sull’Imu disgiunta che sembrano precludere il rimborso o, almeno, renderlo difficoltoso: "Siamo davvero sconvolti – dice Federica Brunori in prima linea da tempo sulla questione –. A dicembre abbiamo incontrato in Comune l’assessore Damiano Felli, eravamo almeno cento persone, e in quell’occasione ci ha ribadito, come detto in consiglio comunale, che sarebbe stato pagato tutto. Addirittura l’assessore aveva un elenco di nominativi e a ciascuno di noi ha detto quale cifra ci sarebbe stata restituita. Secondo quello che ci ha riferito in quella sede, gli unici che non sarebbero stati rimborsati erano quelli che avevano fatto causa al Comune e l’avevano persa, mentre il Comune avrebbe potuto annullare, in autotutela, gli avvisi di accertamento come ha fatto Bologna. Per il resto ci aveva dato grandi rassicurazioni anche se aveva parlato di possibili tempi lunghi, anche di anni, per i rimborsi. Poi, due giorni fa, la doccia fredda delle lettere".
Il rischio ora per il Comune è dover fronteggiare una serie di cause legali che i destinatari delle missive potrebbero intentare: "Sono esterrefatto da questo comportamento – attacca il capogruppo della Lega, Daniele Baratti – anche se non mi stupisco vista da tre anni l’inadeguatezza della giunta a guidare il Comune. In consiglio comunale era stato preso un impegno preciso in cui si parlava di lettere da inviare con la cifra che sarebbe stata rimborsata, impegno ribadito nell’incontro di un mese fa. È assurdo che il Comune ad oggi non abbia trovato le modalità per restituire i soldi, cosa che Bologna, ad esempio, ha già fatto da un pezzo".
L’assessore Felli, più volte chiamato in causa, fa sapere che la volontà di rimborsare permane ma ci sono "fattispecie differenti e, mentre a coloro che hanno pagato senza aver ricevuto l’avviso di accertamento stanno già giungendo via via i moduli per i rimborsi, per i cittadini che invece hanno pagato dopo l’avviso di accertamento il rimborso non è automatico. Per questi la possibilità di rimborso si apre soltanto se vi è l’annullamento dell’avviso a suo tempo inviato. È volontà dell’amministrazione annullare tali avvisi per consentire le successive richieste di rimborso. È emersa però la necessità di chiedere un interpello alla Corte dei Conti sulla possibilità di annullare tali atti in autotutela: in questa richiesta abbiamo inserito anche i cittadini che hanno avuto una sentenza definitiva per i quali sarebbe escluso ex lege il rimborso".
Le lettere di diniego che stanno arrivando – prosegue Felli – "sono state inviate dall’ufficio perché entro 90 giorni dalla richiesta il Comune deve rispondere altrimenti c’è il cosiddetto ‘silenzio diniego’ che metterebbe il cittadino in una posizione peggiore rispetto a quella di avere un diniego scritto, per il quale può fare ricorso entro 60 giorni".