Imprese in Toscana, meno di una su dieci è digitalizzata

Lo dice uno studio presentato dalla Camera di commercio di Firenze. Bassilichi: ''La crescita digitale è indispensabile allo sviluppo economico e sociale"

Troppo poche le imprese digitalizzate

Troppo poche le imprese digitalizzate

Firenze, 28 settembre 2022 - A Firenze solo l’8,2% delle attività manifatturiere, ossia meno una su dieci, ha una connotazione tecnologica alta o medio-alta. Il 74% delle 12.915 imprese manifatturiere fiorentine si situa ad un livello basso ed il 17,8% medio-basso. Numeri decisamente preoccupanti.

A livello toscano, su 44.222 imprese manifatturiere, l'incidenza è rispettivamente del 71,8% (bassa), 20,6% (medio-bassa) e 7,6% (alta e medio-alta). Sono solo alcuni dei dati sulla transizione digitale presentati oggi dalla Camera di commercio di Firenze, in occasione della conferenza stampa per annunciare il nuovo calendario del Punto impresa digitale (Pid), lo strumento operativo della Camera che accompagna le attività economiche nella digital transformation, ne stimola i processi innovativi attraverso seminari formativi e informativi, ne valuta la maturità digitale con strumenti di assessment e indirizza le micro, piccole e medie imprese verso bandi e investimenti tecnologici.

L'incontro, al quale hanno partecipato Leonardo Bassilichi e Giuseppe Salvini, presidente e segretario generale della Camera di commercio di Firenze, e Carlo Badiali, responsabile del Pid, è stata anche l'occasione per affrontare il tema della cyber security, insieme all'emergenza energetica una delle sfide più difficili e urgenti per le imprese, soprattutto per quelle piccole. ''La crescita digitale è indispensabile allo sviluppo economico e sociale - ha detto Bassilichi -: negli ultimi due anni, complice la pandemia, sono stati fatti passi in avanti ma la strada è ancora lunga. In questa fase di gravi emergenze, a cominciare dall'inflazione crescente e dai costi dell'energia, le imprese non devono perdere di vista l'obiettivo della digitalizzazione e della sicurezza digitale''. Salvini ha ricordato come la Camera sia ''al fianco delle attività economiche del territorio nella sfida della digitalizzazione e della cyber security”.  “Negli ultimi due anni - ha aggiunto, - il nostro Pid ha effettuato circa 500 consulenze dirette, più di 800 assessment e 86 eventi di formazione. Nel triennio 2020-2022 abbiamo erogato circa 2,7 milioni di contributi per la digitalizzazione a 461 aziende. Da quest'anno, il nostro Pid avrà una collaborazione più diretta con le associazioni di categoria, allargando i servizi alla cyber security e dal 2023 anche allo sviluppo della green economy''.

In Italia, nel quinquennio 2016-2021, le dimensioni del mercato della sicurezza informatica è passato da 976 milioni a più di 1,5 miliardi (+58,5%). Per quanto riguarda i rischi e le minacce cyber percepiti (e spesso vissuti sul campo) come più pericolosi, manager e specialisti in IT hanno indicato il phishing (mail o altre forme di comunicazione provenienti da account o indirizzi apparentemente sicuri) e gli attacchi di software malevoli. ''Serve un'informazione capillare perché anche i piccoli imprenditori abbiano consapevolezza del problema'', ha commentato Badiali, illustrando il programma 2022-2023 del Pid che, per la prima volta, prevede anche il coinvolgimento diretto delle associazioni di categoria nelle attività del team di digital promoter. ''I nostri esperti andranno direttamente presso le associazioni per incontrare le aziende - ha sottolineato Salvini -. Si comincia con il mondo agricolo. Poi, a turno, proseguiremo con tutte le categorie''. 

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