REDAZIONE FIRENZE

Il Toscana Pride Sfila la provocazione Costumi colorati e slogan anti Meloni

Da Porta Romana alle Cascine. Antagonisti “infiltrati“ caricati dalla polizia

Il Toscana Pride Sfila la provocazione Costumi colorati e slogan anti Meloni

di Gabriele Manfrin

Libertà, diritti, e inclusione: uno tsunami arcobaleno ha invaso le strade della città. E’ il Toscana Pride. La manifestazione promossa dalle associazioni e dai gruppi Lgbtiqa (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali, queer, asessuali), che ieri dall’Oltrarno ha raggiunto la zona delle Cascine. "La comunità è nel mirino del governo — dicono gli organizzatori — Dobbiamo trasformare, la paura e la rabbia in partecipazione attiva e costruttiva". Corteo turbato dall’inserimento di una cinquantina di antagonisti “ostili“ alla manifestazione, ma che ne ha preso comunque la testa. Alle Cascine, ci sono stati momenti di tensione con la polizia chevoleva tenerli lontani dal palco dove intendevano salire: sono state adoperate cariche di alleggerimento. Momento critico di una giornata in cui 20mila hanno sfilato urlando slogan anti Meloni e inneggiato ai diritti.

Già al piazzale di porta Romana, punto di partenza, ci sono migliaia di manifestanti, molti giovani. Sono arrivati da tutta Italia. Il clima è festoso: musica, cori, fumogeni e applausi. Centinaia di bandiere arcobaleno. "Basta odio!" "Gesù ama anche i gay", "Stessi doveri, vogliamo gli stessi diritti" sono alcuni dei cartelli che spiccano nella folla. Stracolme le vie del centro.

"Corpi InTRANSigenti" è stato chiamato l’evento, arrivato ormai alla settima edizione. I manifestanti chiedono più diritti, un riconoscimento maggiore e una tutela crescente. Tra questi c’è Manol Kurkil, fiorentina che ha deciso di scendere in piazza: "Sono venuta a lottare per la mia libertà. E’importante portare avanti questa battaglia. Purtroppo c’è ancora tanta oppressione e resistenza nei nostri confronti". O come Filippo Fucillo, arrivato da Pisa, per ribadire un solo concetto, l’inclusione: "Siamo qui per dimostrare che l’amore è universale. E possiamo amare chi ci pare" dice. Nel serpentone, anche le autorità, ci sono il presidente della Regione Eugenio Giani, gli assessori di Palazzo Vecchio Sara Funaro, Andrea Giorgio e Benedetta Albanese. C’è anche un religioso, Andrea Panierini, della chiesa protestante unita: "Esprimiamo solidarietà a queste persone spessso perseguitate — dice — A volte proprio a causa di alcune Chiese. Chiediamo una legge sull’omo-transfobia".

Già alla partenza, uno spezzone antagonista aveva preso la testa del corteo, creando qualche agitazione. Sono militanti che non riconoscono il Pride, "troppo istituzionale" a loro dire. "Contro Toscana Pride, capitalista razzista e imperialista", dice il loro striscione. Ma ci sono anche cori e scritte contro la polizia, come "Fuori gli sbirri dal corteo", "Il Pride è nostro". Quando la marcia ha raggiunto la sede di FdI, la stessa frangia dissidente accende fumogeni. E’ solo l’avvisaglia delle ultime tensioni, quelle di piazza Vittorio Veneto, dove il tentativo degli antagonisti di forzare la mano per prendere la parola verrà respinto dalla polizia.