MARIANNA GRAZI
Cronaca

Il segreto dei Planet Funk: "Siamo un collettivo di creativi"

La band simbolo dell’electrodance mondiale stasera all’arena estiva di Barberino Outlet: Alex Neri a tuttotondo

La band simbolo dell’electrodance mondiale stasera all’arena estiva di Barberino Outlet: Alex Neri a tuttotondo

La band simbolo dell’electrodance mondiale stasera all’arena estiva di Barberino Outlet: Alex Neri a tuttotondo

di Marianna Grazi

FIRENZE

È la band che ha fatto ballare milioni di persone nel mondo, diventata simbolo della scena electro-dance internazionale: questa sera l’arena estiva di Barberino Outlet ospita i Planet Funk. Un live esplosivo, tra successi intramontabili e le sonorità più recenti, come il nuovo singolo “I get a rush“, uscito a giugno, che la band ha dedicato al compagno e amico Domenico GG Canu, scomparso prematuramente. Il 2025 segna un momento importante per il collettivo: ne abbiamo parlato con la sua anima elettronica, Alex Neri, tra passato, evoluzioni e futuro.

Neri, è un punto riferimento tra i dj: come è cambiato questo ruolo negli anni? E il pubblico?

"Più che cambiato, il focus si è trasferito. Un tempo la discoteca era concentrata sul ballo e sull’ascolto della musica. Oggi il pubblico è più distratto dai social, dove si acquisisce lo status che prima dava il club. Di conseguenza il dj, prima ingrediente di uno show, oggi è una figura centrale, quasi una superstar. Non giudico se sia meglio o peggio, è semplicemente diverso".

Come si è adattato a questo cambiamento?

"Personalmente cerco cose più di nicchia, dove posso continuare un percorso musicale più underground. I palchi importanti sono diventati troppo commerciali, li preferisco per la band, dove suono la mia musica. Non ho mai cercato il successo, ma ho sempre cercato di vivere facendo quello che mi piace".

Il digitale ha cambiato anche il modo di fare e ascoltare musica?

"Assolutamente. Molti si sono prestati alla mercé di TikTok: le canzoni di oggi sono blocchi non collegati, fatti per catturare subito l’attenzione e durare poco. Però è anche un progresso: grazie agli algoritmi scopro band incredibilmente talentuose fuori dai circuiti commerciali, create da artisti a cui non interessa fare una hit per i social".

Dopo tanti anni di musica, cosa la emoziona ancora davvero?

"Mi prenderà per matto, ma mi emoziono sempre a casa mia. Il Tenax".

Qual è il segreto dell’alchimia dei Planet Funk?

"Il nostro Dna, essere un collettivo di creativi. A differenza di un gruppo tradizionale, siamo nati come produttori senza ruoli fissi. Inoltre, non abbiamo mai venduto le nostre facce. Questo ha permesso alla nostra musica di sopravvivere nel tempo, non a noi. La chiave è la coerenza".

La reunion dopo un periodo di silenzio: cosa è cambiato?

"Siamo stati sfortunati, avendo perso nel frattempo due fratelli: Sergio Della Monica e Domenico "GG" Canu. La parte napoletana non c’è più. I Planet Funk andranno avanti, perché il DNA è quello, ma inutile dire che non sarà più la stessa cosa. La nostra vittoria più grande è essere riconosciuti per la nostra musica".

“I get a rush“ è un brano carico di significato. Come è nato?

"Parla delle nostre vite, sempre di corsa, schiavi di una comunicazione che fa perdere il momento. È una provocazione a godersi il "qui e ora", a rinunciare a questa continua corsa per tornare ad apprezzare le piccole cose belle della vita".