CHIARA CASELLI
Cronaca

Il ritorno di Sokolov al Maggio. Un’appassionata dedica a Bach

Domani alle 20 nella Sala Zubin Mehta l’atteso concerto del leggendario pianista russo

Il ritorno di Sokolov al Maggio. Un’appassionata dedica a Bach

E’ una consuetudine che si tramanda da anni, ma ogni atteso ritorno si trasforma ogni volta in un evento unico e imperdibile. Domani alle 20 nella Sala Zubin Mehta del Teatro del Maggio Fiorentino torna, a un anno di distanza dalla sua ultima esibizione, Grigory Sokolov, uno dei massimi interpreti del nostro tempo, un’autentica leggenda del pianoforte in virtù della sua introspezione visionaria, della sua spontaneità ipnotica e della sua devozione senza compromessi alla musica. Il concerto è organizzato in coproduzione tra Teatro del Maggio e Amici della Musica di Firenze. Sokolov, che al Teatro del Maggio ha debuttato nella primavera del 2015, ha esordito nelle stagioni degli Amici della Musica nel 1969, quando, appena diciannovenne, aveva da poco inaugurato una luminosissima carriera iniziata tre anni prima, allorché, brillante studente di 16 anni al Conservatorio di Leningrado, si trovò ad affrontare una delle competizioni pianistiche più impegnative del panorama internazionale: il Concorso Cajkovskij. Quell’anno il presidente della giuria era Emil Gilels, già all’epoca una leggenda del pianismo mondiale. Sokolov ottenne il primo premio all’unanimità.

L’Europa occidentale (ma Firenze seppe giocare d’anticipo) lo scoprirà solo quando la cortina di ferro, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, comincerà ad allentarsi. Nel corso della sua carriera si è esibito con le più prestigiose orchestre prima di decidere di dedicarsi esclusivamente ai recital per pianoforte solo, ognuno dei quali è un avvenimento: tiene circa 70 concerti ogni stagione, immergendosi in un singolo programma e presentandolo nelle principali sale d’Europa.

Il suo repertorio è vastissimo e si estende dalle trascrizioni della polifonia sacra medievale a tutto il repertorio classico e romantico e alle composizioni del ventesimo secolo di Prokofiev, Ravel, Scriabin, Rachmaninov, Schönberg e Stravinskij. Il recital di domani dedica a Bach tutta la prima parte, con i Quattro duetti BWV 802-805 e la Partita n.2 in do minore BWV 826. Poi prosegue nel cuore del romanticismo, attraverso due icone del repertorio ottocentesco, la cui arte, per molti e determinanti aspetti, è distillata attraverso l’immensa e grandiosa elaborazione bachiana: Chopin, con le Quattro Mazurche op.30 e le Tre Mazurche op.50, e Schumann, con le "Waldszenen" (Scene della foresta) op. 82, nove brevi pezzi ispirati al mondo della natura di cui l’autore si fa libero interprete evocando immagini irrazionali e poetiche.