REDAZIONE FIRENZE

"Il rispetto per la paziente non è mai mancato"

L’Ausl risponde alle dure critiche della figlia della donna morta, che ha trascorso 27 ore in barella al pronto soccorso

"Il rispetto per la dignità della paziente e per quello dei suoi familiari non è mai venuto meno al Pronto soccorso del San Giovanni di Dio, né nelle ore precedenti il peggioramento né negli ultimi istanti di vita, quando la signora è morta con la figlia accanto". La Ausl Toscana Centro risponde alle critiche mosse dalla figlia di un’anziana paziente deceduta al pronto soccorso. Nella lettera, pubblicata ieri dal nostro giornale, proprio la figlia, Claudia Fusani, aveva criticato duramente l’atteggiamento dell’ospedale.

"La signora è arrivata sabato 11 giugno in Pronto soccorso alle 13.30 con uno shock settico da polmonite bilaterale – spiegano dalla Ausl Toscana Centro -. Presentava un quadro clinico molto serio con valori pressori che non superavano i 60 millimetri mercurio. Appena accertate le condizioni e dopo aver disposto la terapia con liquidi, ossigeno e antibiotici, il direttore del Pronto soccorso ha parlato con la figlia. Quando il medico le ha potuto esporre il quadro clinico della madre, erano circa le 14, non più di mezz’ora dall’arrivo della paziente in Pronto soccorso. Alla figlia sono state spiegate le condizioni ed è stata fatta entrare nella Shock Room dove si trovava la madre. Nonostante le terapie effettuate, nel corso delle ore successive non c’è stato miglioramento. Durante il pomeriggio di sabato la figlia è stata lasciata con la madre il più a lungo possibile e finché le condizioni del reparto lo hanno permesso. Quando è stata invitata a uscire per la sicurezza degli altri pazienti che erano in stanza, il direttore del Pronto soccorso ha continuato personalmente a darle informazioni sull’andamento della situazione".

La figlia aveva poi lamentato di essere rimasta tutta la notte senza informazioni sulla madre. "Non sono state fornite ulteriori comunicazioni telefoniche a casa tra la sera di sabato 11 e la mattina di domenica 12 – spiegano dalla Ausl Toscana Centro - non avendo riscontrato in quelle ore aggravamenti che avrebbero senz’altro indotto i medici a procedere a ulteriori comunicazioni alla famiglia. Il direttore del Pronto soccorso è stato chiamato, nel corso della mattina di domenica, da altri colleghi medici che, a loro volta, erano stati sollecitati dalla figlia della paziente per ricevere informazioni ulteriori.

Il direttore ha risposto a tutti come aveva risposto il giorno prima, non potendo fare altro che confermare le comunicazioni già date alla figlia.

"Tono sprezzante" non è usato da chi si adopera per rispondere sempre come è stato fatto al Pronto soccorso nei due giorni di permanenza della signora. Nel pomeriggio di domenica quando la paziente ha mostrato un peggioramento, i medici hanno disposto la stanza perché la figlia potesse assistere agli ultimi momenti di vita vicina alla madre. Il rispetto per la dignità della paziente e per quello dei suoi familiari non è mai venuto meno".

Lisa Ciardi