
La suite da Romeo et Juliette di Sergej Prokof’ev, Il mandarino meraviglioso, op. 19 di Béla Bartók e Petruška di Igor Stravinskij: appuntamento questa sera alle 20 al Teatro del Maggio che aprirà le porte alla prestigiosa Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, guidata dal maestro Valery Gergiev che torna sul podio fiorentino a distanza di sei anni.
Dunque un ricco programma sinfonico che culminerà in una sorpresa: al termine del concerto, infatti, sul palcoscenico del teatro del Maggio, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, offrirà direttore d’orchestra le Chiavi della Città. Di certo il maestro Gergiev è una delle figure più autorevoli al mondo nella direzione d’orchestra: presenza stabile nei cartelloni dei più celebri teatri d’opera e sale da concerto, oltre che festival del mondo, ha collaborato con le maggiori orchestre tra cui la London Symphony Orchestra e la Bayerischen Staatsoper.
Vincitore di numerosi premi e decorato con le massime onorificenze artistiche della Russia, ha al suo attivo una vasta discografia per Decca Music e per la Deutsche Grammophon. Divide il suo repertorio fra operistico e sinfonico, con una spiccata predilezione per gli autori del suo Paese, tra cui Sergej Prokof’ev, Michail Glinka, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Aleksandr Borodin, Nikolaj Rimskij-Korsakov, Šostakovič. Il maestro lega inoltre il suo nome a quello dell’Orchestra Mariinsky.
L’Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, al suo debutto assoluto sul palcoscenico al Maggio e già Orchestra Kirov fino al 1992, è uno degli ensemble musicali più antichi di Russia che affonda le radici della storia dalla fine del XVIII secolo. L’eccellenza dell’orchestra è stata riconosciuta nel corso della sua lunghissima storia dai numerosi musicisti di primo livello che l’hanno diretta, tra cui spiccano nomi come Berlioz, Wagner, von Bülow, Čajkovskij, Mahler e Rachmaninov. Dopo l’arrivo del maestro Gergiev, il repertorio dell’ensemble di San Pietroburgo si è amplia arrivando a includere opere sinfoniche e altri generi di musica filarmonica. E due parole la Suite da Romeo et Juliette di Prokof’ev merita proprio: considerato il capolavoro ballettistico dell’autore composto tra il 1935 e il 1936. Alla quinta esperienza nel genere del balletto, Prokof’ev scelse di seguire fedelmente la tragedia shakespeariana, tratteggiando con uno spiccato lirismo i due protagonisti, ma anche i personaggi secondari e le situazioni peculiari del dramma. Disse il compositore: "Sono sicuro che la gente troverà quel che si apetta".
E così fu: da esserci.
Titti Giuliani Foti
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