EMANUELE BALDI; NELLA CAMPAGNA
Cronaca

Il Pd è a un bivio: 5 Stelle o Renzi. Tav e Peretola ostacoli per l’accordo

Dem tentati da un’alleanza con i pentastellati, Giorgio: "Il campo largo è un’alternativa alla destra". Ma sulla carta le divisioni sono troppe: dal sottoattraversamento all’aeroporto, fino alla multiutility .

di Emanuele Baldi

Nella campagna elettorale delle bocche cucite, dove tutti parlano ma a garanzia che di virgolette non vi sia poi traccia, piomba ufficialmente all’orizzonte (prima del voto in Sardegna ne parlavano giusto gli addetti ai lavori nelle segrete stanze) un nuovo possibile partner per il Pd nella corsa alle comunali di giugno: il Movimento 5 Stelle.

I pentastellati – usciti con l’abito più chic dell’armadio dall’agone isolano dove hanno trascinato il centrosinistra alla vittoria – potrebbero rappresentare l’alleato a sorpresa dei dem fiorentini a caccia di stampelle in grado di superare (e bene) la soglia psicologica del 40% al primo turno per provare a vincere subito o perlomeno andare a un eventuale ballotaggio senza il fiatone.

Detto e ridetto delle beghe tra Pd e Italia Viva con uno strappo che ormai sembra insanabile (mai dire mai in politica, ma tra dieci giorni è in programma una Leopolda con Renzi pronto a snocciolare i nomi dei suoi candidati in lista con Saccardi in corsa per la poltrona di Palazzo Vecchio) anziché al centro il Partito Democratico potrebbe provare a recuperare voti a sinistra. Ed è proprio da quest’ala del partito che arrivano le pressioni più forti per cercare di trovare un’intesa con il Movimento ("Un’occasione unica", si mormora). Tra i vertici del partito nessuno parla in veste ufficiale facendo intendere comunque che, al momento, l’intesa con i 5 Stelle è solo una suggestione e che comunque a tirare le fila di eventuali operazioni di alleanza sarebbe Roma con la segretaria nazionale Elly Schlein che in Sardegna ha centrato il primo, vero successo dal suo insediamento e potrebbe ora pensare di replicare il modello delle alleanze sarde altrove (vedi Abruzzo).

Anche a Firenze? Chi lo sa. L’unico a sbottonarsi per ora è il coordinatore della segreteria regionale dem Andrea Giorgio, schleiniano della prima ora: "Non da oggi – le sue parole – l’obiettivo del Pd è il campo largo per costruire l’alternativa alla destra e vincere ovunque. Non esistono altre strade. Questa lezione che arriva dal bel risultato della Todde ci spinge ancora di più in questa direzione. Apertura al dialogo, approccio inclusivo e generosità, su questo il Pd Toscano c’è".

Nel frattempo i pentastellati dicono la lora per bocca della capogruppo in Regione e coordinatrice regionale del M5S, Irene Galletti: "Il Movimento si è sempre mostrato disponibile al confronto. In queste settimane non ci siamo tirati indietro, portando avanti proposte concrete e credibili, focalizzate esclusivamente sulle esigenze della comunità fiorentina. Riteniamo che un ‘campo giusto’ debba essere costruito con metodo, garantendo pari dignità agli interlocutori e dimostrando una netta discontinuità politica rispetto al passato". Ma è proprio in quest’ultimo passaggio che si nascondono le insidie – forse decisive – a un accordo tra Pd e 5 Stelle. Il Pd è per lo sviluppo di Peretola, per la tav, per la multiutility. Tutti argomenti indigesti per i pentestallati. Già per la coalizione di Funaro gestire gli equilibri su questi temi con Sinistra Italiana di Diana Kapo è faccenda tosta. Se poi altre forze politiche contrarie ai cavalli di battaglia del Pd dovessere entrare in gioco cosa succederebbe?