Il pasticciaccio brutto del Marzotto Gadda, Luzi e l’amicizia ritrovata

La lettera inedita dello scrittore al poeta fiorentino: "Non credermi sgomento per un mancato premio"

Il pasticciaccio brutto del Marzotto  Gadda, Luzi e l’amicizia ritrovata

Il pasticciaccio brutto del Marzotto Gadda, Luzi e l’amicizia ritrovata

"Non credermi sgomento per un mancato premio: solo spiacente di non averlo onorevolmente diviso con te". Cinquant’anni fa, proprio oggi, moriva Carlo Emilio Gadda, grande amico Mario Luzi, con cui condivideva pomeriggi alle Giubbe Rosse e da Paszkowki, fra caffè e letteratura. Ed è al poeta fiorentino che l’autore de ‘Quer pasticciaccio brutto de via Merulana’, il 29 ottobre 1957 scriveva, amareggiato per il mancato riconoscimento al Marzotto, vinto invece da Luzi, in ex equo con Umberto Saba.

La lettera inedita, che racconta la grande amicizia e stima reciproche, è stata pubblicata dal settimanale Toscana Oggi, proprio in occasione del mezzo secolo dalla scomparsa di Gadda, avvenuta il 21 maggio 1973. Il documento è conservato nel Centro studi Mario Luzi ‘La barca’ di Pienza, e consente di entrare nel rapporto intimo fra i due, che parlano di delusioni, di giurie e di concorsi.

Il 18 ottobre del 1957 Luzi scrisse al critico Emilio Cecchi, che era in giuria del Marzotto, per ringraziarlo del premio ottenuto con la sua raccolta ‘Onore del vero’, ma al tempo stesso per esprimere il suo rammarico sulla mancata assegnazione del premio a Gadda: "Purtroppo questa gioia è profondissimamente amareggiata dalla sorte toccata al mio carissimo e grande Carlo Emilio e a ‘Quer pasticciaccio brutto de via Merulana’", sottolineava Luzi". Fece seguito una lettera a Gadda, che rispose con l’inedito pubblicato ora da Toscana Oggi, esprimendo il disappunto di uomo e di scrittore.

"Fino dai primi giorni, del luglio, sentivo che non ce l’avrei fatta: troppe cause e cagioni mi erano avverse, quando pur alcuna favorevole – confessa lo scrittore –: anzitutto i difetti del mio lavoro, di cui sono perfettamente consapevole. A questo proposito non devi pensare che un certo ‘battage’ fatto al mio volume sia proprio di mio gusto: piuttosto del solerte e puntiglioso editore dottor Livio Garzanti, il cui entusiasmo propagandistico, ovviamente, non ho ritenuto di poter contrastare. Gli sono anzi molto riconoscente di tutto ciò che ha fatto. Ho fatto male a concorrere, così, un po’ in astratto: senza rappresentarmi tutta la ‘congiuntura’ astrale, tutti gli aspetti e le circostanze del concorso. Ti sono tanto grato, Caro Mario, dell’amicizia che la distanza e la mia forzata solitudine non arrivano ad attenuare. Dalla tua gentilezza non potevo d’altronde che attendermi questo segno così nobile. Ci rivedremo presto, la nostalgia di Firenze mi ricondurrà se non più alle Giubbe, al Paszkowki, e a te. Ti abbraccio con tutto l’affetto il tuo vecchio Gadda".

Olga Mugnaini

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