Francesco
Gurrieri
Con Palazzo Cocchi, il Palazzo Dell’Antella costituisce una delle emergenze di piazza S.Croce; in particolare, della ‘palazzata’ sud dove, dall’origine, si celebrano feste e partite di calcio in costume, com’è dimostrato dalle immagini dello Stradano, del Gualterotti, del Callot, di Van Westerhout. Finalmente, grazie al lavoro di scavo filologico di Chiara Martelli e Anna Claudia Palmieri, è uscito un bel volume (Mandragora) che ne narra la storia, le famiglie e le vicende dal Medioevo a oggi. Così, dalle prime abitazioni trecentesche ancora individuabili negli interni, poi accorpate nelle volumetrie dei palazzi (si ricordino gli importanti studi di Gian Luigi Maffei), si conformano le case delle famiglie, a partire dai primi del ’400; le autrici registrano quelle del maestro Francesco di Ridolfo, dei Ricoveri, dei Corbizzi, in una stagione in cui si praticava già la ‘Giostra’ in piazza, com’è documentato in un dipinto di Apollonio di Giovanni, oggi alla Yale University Art Gallery di New Haven. Poi, per tutto il ’500 ancora le case dei Guardi e dei Del Barbigia, tutti assai vicini a Cosimo de’ Medici e alla grande stagione degli interventi vasariani. Ma eccoci al primo trentennio del ’600, quando il palazzo e la facciata decorata prendono l’assetto pervenuto fino a noi. Dal matrimonio di Costanza del Barbigia e Niccolò di Filippo dell’Antella si creano le condizioni politiche ed economiche per i grandi lavori. Niccolò sarà scudiero e consultore legale del granduca Ferdinando e poi consigliere di stato di Cosimo II e di lui assessore (amministratore delegato) alla Magona, con potere sui il commercio del ferro. Cominceranno così i lavori di trasformazione e di decorazione con Pietro Parigi per l’architettura, Giovanni da Sangiovanni, Matteo Rosselli e altri a realizzare una delle facciate decorate più singolari di Firenze. Insomma, ancora una volta, potere economico e amicizia medicea fecero grande la città.