ROSSELLA CONTE
Cronaca

Il nodo degli alloggi: "Studentati diffusi sul territorio? . Servono anche i bus"

I Comuni della Città Metropolitana dicono sì all’idea dell’Ateneo. Armentano: "Vantaggi anche per i proprietari degli immobili". Critici gli studenti di Udu: "Chi studia qui lo fa anche per vivere la città". .

Il nodo degli alloggi: "Studentati diffusi sul territorio? . Servono anche i bus"

Sì dei comuni della Città metropolitana allo "studentato diffuso", l’idea dell’Ateneo di ampliare l’offerta di alloggi destinata agli studenti, mettendo in rete diversi attori – istituzionali e non solo – che potrebbero rendersi protagonisti di un processo virtuoso. E’ quanto scaturito nel corso dell’incontro operativo con il consigliere delegato alla Promozione sociale Nicola Armentano, i rappresentanti dei Comuni del territorio metropolitano fiorentino e dell’Università degli studi di Firenze e la direttrice di Convention Bureau Carlotta Ferrari. All’ordine del giorno la possibilità di realizzare degli studentati nella città metropolitana fiorentina a patto però che vengano potenziati i trasporti. "Abbiamo ricevuto diverse manifestazioni di interesse – sottolinea Armentano -, naturalmente il progetto dovrà essere accompagnato da un efficientamento del trasporto pubblico".

Partendo da un’indagine effettuata dall’Università, emerge che nel territorio fiorentino solo una bassa percentuale di iscritti ha un posto letto assegnato, circa il 4 %, mentre i fuori sede sono circa il 59% del totale della popolazione universitaria. Per contro, nell’area fiorentina circa il 15% delle abitazioni risultano non occupate. "Stiamo lavorando su molteplici fronti per dare una risposta all’emergenza abitativa. I vantaggi non sarebbero solo per gli studenti ma anche per i proprietari di immobili liberi - aggiunge Armentano – che potrebbero entrare in un circuito per ristrutturare e rendere fruibili i propri appartamenti avendo la garanzia di poterli liberare velocemente".

Ulteriori sviluppi poi si intravedono nelle forme di co-housing che prevede una riduzione della rata in cambio di un aiuto domestico. "Abbiamo riscontrato la disponibilità degli enti presenti a condividere un percorso innovativo a cui anche altre realtà universitarie del Paese stanno pensando – sottolinea la delegata all’inclusione e alla diversità dell’Università di Firenze Maria Paola Monaco -. L’idea di uno studentato diffuso parte da una prospettiva diversa, di una ’grande Firenze’ e coglie l’importanza delle connessioni territoriali che possono offrire una soluzione a un problema che i nostri ragazzi ci rappresentano ogni giorno. In accordo con Città metropolitana pensiamo di convocare non appena possibile un tavolo di lavoro e di coinvolgere anche altri partner che possano portare un contributo".

Spostare i fuori sede fuori dalla città significa, per gli studenti, "piegarsi alla logica del profitto per fare spazio ancora una volta ai turisti". "Chi studia a Firenze – è chiaro Riccardo Pisoni di Udu – lo fa anche per vivere la città. Non si può prevedere di spostare la residenzialità studentesca così tanto al di fuori del comune senza prevedere una rete di trasporti pubblici per la comunità studentesca per raggiungere i propri plessi didattici".