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Il Mita punta in alto "Qui un hub della moda"

La direttrice Vitiello: "Obiettivo: essere il punto di riferimento del settore in Toscana. La nuova sede? Via ai lavori da gennaio"

Il Mita punta in alto "Qui un hub della moda"

"La distinzione tra creativi e operativi è un po’ riduttiva. Il comparto moda si è evoluto, e nella complessità serve specializzazione". Antonella Vitiello è la direttrice del Mita, la fondazione Its promossa dal ministero dell’Istruzione con sede all’Acciaiolo che si occupa di formazione nella filiera della moda. Abbiamo analizzato con lei le esigenze della filiera in vista della ripartenza.

State lavorando alla nuova sede di via Galilei (ex Polimoda) quando sarà pronta?

"Dall’1 gennaio cominceremo i lavori di adeguamento. L’obiettivo è entrarvi gradualmente dalla metà del prossimo anno. Grazie ai fondi Pnrr potremo allestire dei laboratori con macchinari e strumentazioni di ltima generazione. Spazi specialistici non solo per la pelletteria, ma anche per il settore calzaturiero, il tessile con filatura e maglieria, gli accessori metallici. Saranno laboratori a disposizione della comunità educante, dei centri formativi, dei brand".

Quali sono i vostri obiettivi?

"Tra i nostri obiettivi c’è quello di essere l’hub del sistema moda per la Toscana. Anche se adesso molti brand organizzano in proprio i loro percorsi formativi".

Serve più collaborazione?

"Il segreto è puntare a una formazione coordinata e programmata da parte di tutti i soggetti. La formazione interna è un punto di forza se è intesa come il perfezionamento della linea produttiva. Noi stessi siamo chiamati a collaborare per questo con vari brand. Occorre confrontarsi, evitare i doppioni, fare rete che rappresenta sempre un vantaggio. La regione ha percepito il problema, sta creando tavoli di lavoro".

Quali sono le figure professionali più richieste al momento?

"Nelle filiere produttive è chiaro che si guarda molto a figure tecniche. Si badi bene però che il comparto è evoluto, e ogni professionalità anche tecnica deve avere competenze in innovazione, conoscere materiali, tecnologie, rifiniture, metodi innovativi di assemblaggio. Oltre al banco c’è la tecnologia e l’obbligo di rendere sostenibile la filiera. La nostra scommessa è fornire alle aziende persone preparate che sappiano tutto questo, ma anche trovare docenti disposti a condividere queste nozioni alle giovani generazioni per farle trovare pronte al mondo del lavoro".

Fabrizio Morviducci