Il mangificio resta al palo Boom di richieste d’apertura Ma si rinnova lo stop per tre anni

Il 3 maggio scadrà la validità del Regolamento Unesco di Palazzo Vecchio che ferma lo sbarco di nuovi bar, ristoranti e alimentari. Partito ieri l’iter per perpetuare il blocco.

di Ilaria Ulivelli

Il turismo è ripartito al galoppo e col turismo proliferano i business delle attività che gli sono collegate. Più o meno direttamente. A Firenze il 3 maggio decadrà il regolamento Unesco che blocca le nuove aperture di bar, ristoranti e attività alimentari nel centro storico. Una data che rischierrebbe di scatenare il bomba libera tutti: c’è un numero impressionante di richieste di nuove aperture. Per questo Palazzo Vecchio è al lavoro per rinnovare lo stop per altri tre anni.

Per la prima volta, in mezzo all’infuriare delle polemiche, il regolamento Unesco fu varato nel 2016 (con validità triennale): si dette lo stop alle nuove licenze per somministrazione (bar e ristoranti) e attività alimentari (market, minimarket, alimentari, forni, ecc.). Il regolamento arrivò a conclusione di vari tentativi di dare regole stringenti al boom di aperture che avevano fatto più che triplicare il numero degli esercizi di somministrazione (tra il 2005 al 2015) controllando la filiera e la qualità. Un meccanismo macchinoso che avrebbe finito per non bloccare il mangificio fiorentino.

Così, collegato all’annuncio di sbarco in piazza Duomo di un McDonald’s, il sindaco Nardella decise lo stop. Il regolamento, passato indenne a vari ricorsi al Tar, è ben ancorato ai codici dei beni culturali. "Il tema dell’impatto della ristorazione nel centro – spiega l’assessore al commercio Giovanni Bettarini – non è una questione puramente commerciale, bensì tutela". In questi anni non sono mancate le richieste di apertura di nuovi esercizi, ma tutte sono state respinte. Ad eccezione dei trasferimenti: ovvero, chi aveva una licenza in centro ha potuto aprire altrove. Grazie al regolamento è stato anche possibile limitare l’orario della vendita dell’alcol da asporto e sanzionare i minimarket che violano le regole.

Il saldo degli effetti del regolamento dal 2019 al 2022 è più che positivo: le attività alimentari sono diminuite (ce ne sono circa 840, 50 in meno) mentre sono stabili quelle di bar e ristoranti (circa 1.200). Ma c’è di più. Nella riproposione del rinnovo del regolamento Unesco per un altro triennio – che dovrà passare in giunta e poi dal consiglio comunale entro la deadline del 3 maggio – verrà ampliato il numero delle strade in cui il commercio viene tutelato tra i beni immateriali. C’è già un elenco di strade – che va da via Maggio a via Tornabuoni – nelle quali non è possibile aprire attività che non appartengano a specifiche categorie merceologiche, dall’antiquariato alla moda all’artigianato alle librerie. Tra queste nuove strade si ipotizza di inserire via Condotta, via Martelli. In questo modo si impedirà che nelle strade di maggior pregio, dove si vuole che sopravvivano le attività storiche, possano trasferire le licenze bar, ristoranti e alimentari ora aperti in altre vie, sempre in centro. Il blocco per il trasferimento di licenze ora fuori dal centro Unesco è già attivo.

Intanto è ieri è cominciato il percorso. E’ stata approvata dalla giunta la delibera proposta da Bettarini che sancisce l’intesa con la Regione (che ha sovranità sul commercio): è l’accordo propedeutico necessario al rinnovo del regolamento Unesco.

"Abbiamo approvato in giunta l’intesa con la Regione, un atto necessario come primo passo per rinnovare il regolamento Unesco che tutela il centro storico – spiega Bettarini – Regolamento che ha funzionato e che ha raggiunto gli obiettivi. Per questo stiamo lavorando per rinnovare i principi cardine per altri tre anni. Ringrazio la Regione per l’impegno al nostro fianco in questa direzione, in attesa di un intervento legislativo nazionale che dia ai sindaci maggiori poteri per la regolamentazione del commercio".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro