OLGA MUGNAINI
Cronaca

Il libro che spiega una vita. Sardelli racconta Goldoni: "Un affresco completo"

Il musicista lo ha scelto per parlarne alla rassegna dedicata a Staino a Scandicci "La sua satira è universale, perché i difetti dell’uomo sono sempre gli stessi".

Il libro che spiega una vita. Sardelli racconta Goldoni: "Un affresco completo"

Può un libro cambiare la vita? A volte sì, anche se ogni età può portare verso autori e letture differenti, senza cercare per forza rivelazioni filosofiche, fascinazioni o eclatanti folgorazioni. La pensa così Federico Maria Sardelli, intellettuale toscano che è difficile definire con una sola accezione, essendo lui direttore d’orchestra, compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore e saggista. Ma per l’appuntamento di domenica a Scandicci con la X edizione della rassegna "Il libro della vita", dedicata a Sergio Staino, un volume fra mille l’ha dovuto comunque scegliere. Così al pubblico dell’Auditorium Rogers, alle 11 insieme a Palumbo, Sardelli parlerà de "La Trilogia della villeggiatura" di Carlo Goldoni.

Sardelli, perché la scelta di questo testo?

"Intanto quando mi chiedono di scegliere il libro, il dipinto o la musica più belli, non so mai cosa rispondere, perché è impossibile. Però, dovendone per forza sceglierne uno, non ho pensato a un libro che davvero mi ha cambiato la vita o che mi ha aperto a chissà quali visioni. Anzi, ho proprio evitato quelli che hanno questa presunzione significativa, importanti e profondi, da cui ci aspettiamo chissà quali rivelazioni, e a cui credevo quando ero più giovane".

E allora, perché Goldoni?

"Perché i libri importanti sono anche quelli che non hanno questo aspetto ’rivelatore’. E trovo che testi come le commedie di Goldoni siano grandi affreschi, dove la vita è presentata nella sua normalità, quasi banalità, con decine di personaggi anche mediocri, a volte persino squallidi, ridicoli, ma con tutte le sfaccettature dell’essere umano".

Cosa la colpisce in particolare?

"Lo trovo molto istruttivo, più di grandi pensieri filosofici o squarci sulla rivelazione di qualche verità. Mi piace questo rappresentare la vita quotidiana e ritrarre le persone nelle loro debolezze, nella banalità delle relazioni, da cui emerge un affresco completo, e a questo punto sì geniale".

Al centro della trilogia goldoniana c’è una forte critica al mondo borghese.

"Sì, anche se da buon cittadino veneziano rispettoso degli equilibri sociali del suo tempo, la sua critica è sempre bonaria. Se è feroce lo è verso gli eccessi di una classe borghese, prevalentemente mercantilistica, gretta, che stava diventando quelli che oggi definiremmo i nuovi ricchi, gli arricchiti".

Con chi è più severo?

"I maggiori strali Goldoni li riserva a quei giovani che spendono facile, che non hanno il senso dei soldi, non danno valore ai rapporti umani, alla fedeltà, all’amicizia. Insomma, una satira di costume più che di politica in senso stretto. Ed è per questo che è universale, perchè alla fine i difetti dell’essere umano sono sempre gli stessi".

Quindi, perché allora ne consiglierebbe la lettura?

"Non solo perchè queste commedie sono veritiere e perfettamente sovrapponibili alle nostre vicende e rapporti interpersonali, ma perché sono divertenti e piacevoli. Si possono leggere e rileggere e ogni volta si torna a ridere negli stessi punti, come quando guardiamo i film ben riusciti, che continuano a farti commuovere o ridere come la prima volta".