
Il Guardasigilli a Firenze: "La riforma cambia tutto. Le elezioni al Csm portano al mercimonio tra correnti"
Separazione delle carriere, un Csm per chi indaga e uno per chi giudica, con componenti preselezionati tra figure di alto profilo ma sorteggiati "per spezzare il potere delle correnti". La "rivoluzione" della giustizia spiegata direttamente dal ministro Carlo Nordio, ospite di FdI. Location Firenze, forse non a caso. Rispondendo alle domande di Erika Pontini, capocronista de La Nazione, Nordio non aggiunge benzina sul fuoco delle polemiche scatenate dalle inchieste della locale procura, ma snocciola come la riforma "cambierà tutto, nei tempi previsti dalla revisione costituzionale".
Sulla separazione Nordio cita Falcone e replica a chi lo accusa di offendere la memoria del giudice assassinato dalla mafia. "Se le parole hanno un significato, quando Falcone dice che sono due figure strutturalmente differenziate, che cosa volete, è oltraggiare un defunto perché non può parlare? Le ha dette lui quando era in vita". Incassa applausi della platea (Camera Penale e molte associazioni di avvocati presenti) quando, a proposito di riforma del Csm, racconta un aneddoto. "Oggi in Italia i pm danno il voto alla carriera di un giudice. L’ho spiegato durante il G7 ai giuristi anglosassoni e non riuscivano a capire, e non per colpa del mio inglese. Una anomalia tutta italiana che va risolta". Ancora: "Il Csm viene eletto attraverso i voti dei magistrati iscritti nelle correnti. Il Csm sta alle correnti come il Parlamento ai partiti. Quando siamo sotto elezioni i telefoni bruciano perché i colleghi vanno a cercare il voto. Perfettamente lecito, comporta però lo stesso legame che avviene tra i partiti e i parlamentari. C’è una specie di mercimonio lecito finché non raggiunge le patologie del caso Palamara. La magistratura non deve essere indipendente dall’esecutivo e dal legislativo, ma anche da se stessa".
Frecciate ai magistrati sui "fascicoli clonati ("ne archiviano uno, si tengono un pezzetto e costruiscono un altro processo, andando avanti per anni") e sul possibile sciopero ("mi auguro che non lo facciano, gli italiani non capirebbero"); ottimismo sull’abolizione dell’abuso d’ufficio ("a fine luglio sarà legge"); promesse di velocizzare il civile ("la lentezza ci costa dal 2 al 3% del Pil perché influisce sugli investimenti"). E infine un calcolo “politico“ per la riuscita della riforma. "La stampella di Renzi? C’è un ampio tratto della sinistra che è garantista".