
Tijana Stankovic nel suo atelier
Firenze, 8 maggio 2021 - Firenze è una città meravigliosa, che mi ha accolto a braccia aperte più di vent’anni fa e della quale mi sono innamorata subito, è stato un colpo di fulmine. Qui la cultura e l’arte si respirano nell’aria e sono un’incredibile fonte di ispirazione”. Tijana Stankovic è una giovane e talentuosa stilista che si è fatta conoscere per le sue creazioni eleganti e per uno stile allo stesso tempo arioso e raffinato. Nata a Nis, è a Firenze dal 1999, anche perché, dice “qui si mescolano culture e realtà diverse in perfetta armonia”.
Se dovessi consigliare al sindaco un provvedimento immediato da prendere per dare il senso di una ripartenza post-covid? Bisognerebbe ridare speranza. Ai cittadini. E agli artigiani che con enormi sacrifici hanno resistito finora. E quindi innanzitutto riappropriarsi degli spazi del centro storico, prima che ricominci il flusso di turismo. Ad esempio creando degli spazi espositivi gratuiti che possano far da vetrina a chi non può più permettersi i costi esorbitanti dei locali commerciali. Spazi che possano anche essere fonte di scambio artistico e di confronto.
Qual è il problema principale che deve affrontare Firenze secondo te ? Indubbiamente il rapporto col turismo che è aumentato a dismisura, trasformando il centro in una enorme giostra. Lo abbiamo toccato con mano quando la pandemia ci ha colpito rischiando di mandare il comune sul lastrico. Quando il flusso di turismo è scomparso all’improvviso ci siamo ritrovati senza nessuna reale alternativa di sussistenza economica. A proposito della pandemia: cosa ti ha colpito o impressionato maggiormente? Vedere appunto una città strapiena di gente, svuotarsi completamente nel giro di qualche giorno. Qualcosa che nessuno avrebbe mai neanche potuto immaginare. Il dolore immenso per tutte le perdite umane che abbiamo sofferto e l’incertezza di questo periodo terribile, che fatica a concludersi, hanno amplificato poi qualsiasi emozione. E come vedi il futuro di Firenze? Firenze è una città con un potenziale pazzesco, è famosa in tutto il mondo e non smetterà mai di attirare a sé gente da ogni parte del pianeta. Proprio per questo motivo credo che snaturarla, lasciando che il centro si converta in un enorme parco giochi e perdendo al contempo la sua essenza storica sia profondamente sbagliato. Bisogna investire maggiormente nella moda e nell’artigianato locali, e proporli come una valida alternativa ai brand esteri. Creare un dialogo costruttivo tra imprenditori e amministrazione, per creare eventi culturali che non guardino meramente al profitto economico ma all’arricchimento intellettuale e alla coesione sociale dei cittadini. Va detto che in questo la burocrazia non aiuta: la maggior parte delle iniziative sono auto-organizzate. C’è tantissima voglia di fare meglio ed impegnarsi, ma l’amministrazione cittadina non riesce a far convergere tutta questa energia in dei progetti concreti, anzi spesso crea dei paletti o dei vincoli che scoraggiano anche i più volenterosi. Si guarda troppo facilmente ai grandi ma c’è un vuoto assordante nella quotidianità, proprio quella che abbiamo perso in questo periodo.
Domenico Guarino