di Olga Mugnaini
E’ un grande protagonista della pittura romantica. Un vero iniziatore del cosiddetto romanticismo storico. E a dimostrazione del suo talento, basterebbe il dipinto “L’ingresso di Carlo VIII in Firenze“. Ma il fiorentino Giuseppe Bezzuoli (1784-1855), in quei decenni all’alba dell’Ottocento, è anche uno straordinario ritrattistica, sensibile e penetrante. E in questa prima monografica che gli dedica la sua città, è possibile ripercorrerne l’intera carriera. Nelle lussuose sale della Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti sono presentate oltre 130 tra dipinti, sculture e disegni, che raccontano la carriera del Bezzuoli e l’arte del suo tempo, a cura di Vanessa Gavioli, Elena Marconi ed Ettore Spalletti, fino al 5 giugno.
Molti anche i prestiti da musei e collezioni italiani e stranieri. Il percorso parte dagli esordi neoclassici del pittore, per giungere alla piena maturità, quando al culmine della fama crea alcuni capolavori della grande pittura romantica italiana, quali appunto L’ingresso di Carlo VIII a Firenze, Il ripudio di Agar, l’Eva tentata dal serpente. Questi ultimi due dipinti sono recenti acquisizioni da parte degli Uffizi per la Galleria d’Arte Moderna. A questi si aggiunge una sensazionale parata di ritratti della società contemporanea al pittore: uno spaccato della nobiltà e dell’alta borghesia nazionale e internazionale.
La mostra permette inoltre di confrontare la produzione artistica di Bezzuoli con quella di altri importanti maestri del calibro di Francesco Hayez e Massimo D’Azeglio, e offre ai visitatori l’occasione di ammirare le opere dei maggiori esponenti dell’arte e della cultura cosmopolita della Firenze di primo Ottocento: il francese Ingres, gli scultori Horatio Greenough e Hiram Powers, oltre a Thomas Cole, sublime esponente della Hudson River School.
La parte centrale dell’esposizione è incentrata sull’attività di Bezzuoli pittore di soggetti storici, eseguiti per illustri committenti tra i quali il granduca Leopoldo II, il principe russo Anatolij Demidov, e sull’impresa dei grandi cicli murali affrescati nelle sale della mostra a Palazzo Pitti. Non manca una sezione dedicata alla pittura sacra, rappresentata in mostra dalle grandi pale d’altare realizzate per importanti chiese fiorentine, come la Basilica di Santa Croce.
"L’aspetto sensazionale della mostra è la sua ambientazione – afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt –. Alcune sale del percorso vennero addirittura decorate da Bezzuoli per il granduca. Il visitatore viene così trasportato in una scenografia perfetta dove l’artista e i suoi contemporanei vengono fatti rivivere tra le sete delle tappezzerie e i mobili dell’epoca, come in un set teatrale dove però tutto è meravigliosamente vero".