
di Lisa Ciardi
Pazienti oncologici esclusi da esami importanti perché positivi e strutture che rallentano o sospendono le loro attività. La pandemia pesa anche su chi deve affrontare percorsi di cura che nulla hanno a che fare con il Covid. A fare il punto su difficoltà e sforzi organizzativi, dopo le segnalazioni arrivate al nostro giornale, è la dottoressa Luisa Fioretto, direttrice del Dipartimento Oncologico dell’Ausl Toscana Centro e vicepresidente nazionale del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo).
Quanto pesa l’emergenza Covid?
"Il rischio che l’emergenza Covid abbia potuto avere un impatto sui percorsi dei pazienti oncologici è concreto. Anche il Cipomo ha richiamato l’attenzione sul tema con una lettera aperta l’11 gennaio. Il nostro Paese è comunque tra i migliori. Abbiamo oltre 3,6 milioni di persone sopravvissute a una diagnosi di cancro, di queste oltre 200mila in Toscana, grazie a screening, nuove tecnologie, farmaci personalizzati e lavoro interdisciplinare".
Quali sono stati gli effetti dei lockdown?
"In Toscana l’inevitabile stop agli screening nella prima fase della pandemia, seppure per tre mesi, ha comportato circa 200 mancate nuove diagnosi di tumore mammario e 300 di tumori colon-retto. Impatto più contenuto rispetto ad altre realtà del Paese e mitigato dal successivo sforzo organizzativo. Anche la paura di accedere agli ospedali ha influito. Nel 2020 in Toscana c’è stata una riduzione degli interventi chirurgici oncologici del 17%. I ritardi in diagnosi e interventi hanno portato a una riduzione del 20% delle prime visite, ora in recupero. A conferma dello sforzo nella continuità di cure, non sono state osservate modifiche significative nell’erogazione delle terapie oncologiche per i pazienti in carico: oltre 12mila nella Usl Toscana centro".
Omicron ha cambiato le cose?
"Sì, il più alto livello di contagio ha portato a un aumento dei pazienti oncologici Covid positivi e ha impattato sul personale, mettendo a volte a dura prova la continuità dei servizi".
Qual è l’iter se un malato risulta positivo?
"I servizi sono stati riorganizzati per assicurare la continuità assistenziale. Abbiamo creato percorsi dedicati a pazienti Covid positivi quando si è ritenuto necessario proseguire il trattamento. Mi hanno sorpreso le notizie che nel Paese migliaia di terapie per pazienti oncologici sarebbero state rinviate. Ogni oncologo ha posto il massimo impegno a garantire adeguatezza, continuità e tempestività dei trattamenti urgenti. Il consumo di farmaci oncologici non si è ridotto rispetto al pre-pandemia e i trattamenti di radioterapia, dopo un’iniziale riduzione, sono in significativo incremento".