REDAZIONE FIRENZE

Il Dragone si mangia le vie "Il centro è irriconoscibile"

Sant’Antonino, locali cinesi al posto degli storici ristoratori. "E’ finito tutto"

Aveva appena compiuto 19 anni quando arrivò in via Sant’Antonino. Era il 1961, Aristide Bucchi era poco più di un ragazzino e via Sant’Antonino, oggi una strada di passaggio che da San Lorenzo va alla stazione di Santa Maria Novella, era una specie di "teatro di vita" con le sue botteghe, i suoi artigiani e tutto l’orgoglio dei suoi residenti.

Aristide, che da dipendente divenne titolare della mitica Norcineria nata nel lontanissimo 1930, ancora non riesce a crederci.

Proprio lui è stato costretto ad abbassare il bandone prima de "La Padellaccia" e poi della storica Norcineria. Oggi lì dove c’era nei tempi d’oro una delle più grandi esposizioni di prosciutti – dove sono passati personaggi come Dario Fo e Francesco Nuti, un luogo speciale decantato anche da Marco Masini – ha aperto un ristorante cinese, e accanto c’è un supermercato sempre cinese. In pochi metri l’emblema di una città che cambia.

"Sono tanti i negozi che hanno chiuso. I motivi? La pedonalizzazione poi il decentramento di tanti servizi che hanno portato tanti residenti a lasciare le nostre strade" racconta Mario Zanobini, la seconda generazione alla guida della bottega i Fratelli Zanobini.

La sua è tra le otto botteghe che resistono ancora stoicamente nella strada, strette tra rosticcerie e supermercati cinesi, negozi di souvenir e B&B che sono diventati veri preotagonisti di tutta la zona.

"La nostra strada è irriconoscibile - dice Aldo Cursano, titolare del caffè Le Rose e presidente di Confcommercio Firenze - e purtroppo chi arriva non sempre ha rispetto della nostra storia e della nostra identità. Ci sono delle regole e vanno fatte rispettare".

Basta dare un occhio al tabernacolo di via dell’Amorino per rendersi conto della maleducazione di tanti, troppi balordi che affollano il centro storico: sopra c’è la Madonnina e il cartello "Rispettate Maria Santissima", sotto un cumulo di rifiuti e scatoloni abbandonati.

"È vergognoso, io sono sarda e ho scelto questa città per viverci. Amo Firenze e mi dispiace vedere tutta questa inciviltà. Gestori non rispettosi che abbandonano i propri rifiuti ovunque, persino sotto la Madonnina, turisti che non hanno ancora capito come fare la raccolta differenziata. Tutto questo mi fa una grande rabbia" sottolinea Caterina Balletti dell’omonimo Studio d’Arte.

Lo stesso pensiero di Agostino Dessi, l’ultimo mascheraio di via Faenza che vanta collaborazioni con il Teatro Comunale e il Carnevale di Venezia. "Questo è un rione che ha perso la sua identità. Un tempo c’erano gli artigiani, le botteghe, i residenti. Ora San Lorenzo non ha più la sua anima".

Rossella Conte