Il Chianti che ripudia il nazismo . Il nuovo murales contro le stragi

Il disegno vuole rappresentare l’orrore della guerra nel Chianti colpito dalle rappresaglie. Il sindaco: "Significato profondo". .

Il Chianti che ripudia il nazismo . Il nuovo murales contro le stragi

Il Chianti che ripudia il nazismo . Il nuovo murales contro le stragi

La guerra di liberazione e le stragi nazifasciste, gli Alleati, e l’orrore del conflitto. Tutto in un murale che ricorda l’estate del 1944 a Barberino e a Tavarnelle. Il giallo e il blu, colori scelti dallo street artist Dr8ste, simboli e forme espressive che evocano vita e morte, pace e guerra, raccontano in chiave artistica e contemporanea le radici culturali di una pagina centrale della storia e della memoria di Barberino Tavarnelle. La Liberazione ad opera delle truppe neozelandesi, il 28esimo Battaglione Maori, non è più solo una narrazione tramandata oralmente. Non è solo un’immagine, ricostruita nei rari dossier fotografici dell’epoca o nei ricordi dei novantenni del Chianti. Quel 23 luglio di quasi 80 anni fa quando le truppe neozelandesi irruppero in una Tavarnelle colpita dalle rappresaglie nazifasciste, come la strage di Pratale o l’uccisione di Egidio Gimignani massacrato a San Donato in Poggio, prende forma sulla facciata esterna del Circolo Arci La Rampa di Tavarnelle. Il soggetto del murale re nasce da una richiesta dei giovani studenti di Barberino Tavarnelle, coinvolti nella lettura del testo teatrale "Il sangue e l’erba" di Massimo Salvianti. L’opera rientra nel progetto promosso dal Comune di Barberino Tavarnelle, finanziato dal Consiglio regionale della Toscana "Pareti d’espressione" che si pone l’obiettivo di promuovere la rivitalizzazione del tessuto sociale e la riqualificazione del patrimonio urbano attraverso interventi di street art. Tre i quadri raffigurati attraverso la tecnica del puntinismo. Il primo, la presenza dei soldati Maori per i quali l’artista 25enne ha scelto di affidarsi a un volto femminile per richiamare la forza d’animo del popolo neozelandese. Nel secondo trova spazio l’arrivo festoso dei soldati neozelandesi accolti in piazza dai tavarnellini. La terza finestra si concentra sulla fuga di alcune imponenti figure militari che si allontanano da piazza Matteotti ad evocare la fine della guerra, la conclusione di una pagina tra le più buie vissute dall’Italia. "È molto importante la scelta della posizione - dichiara il coordinatore del progetto Matteo Ceccherini di Mixed Media associazione incaricata della realizzazione - che vuole essere centrale, vorremmo che il murale fosse sempre sotto gli occhi di tutti". Per il sindaco David Baroncelli "quest’opera acquisisce un significato più forte alla luce della ricerca di giustizia che continuiamo a portare avanti".

Andrea Settefonti