Il caso Macchiarini. Un nuovo documentario con la "verità" del chirurgo

Il discusso “mago della trachea“ contattato da una piattaforma internazionale. A Barcellona sta preparando la sua risposta alla serie Netflix, “Bad Surgeon“.

Il caso Macchiarini. Un nuovo documentario con la "verità" del chirurgo

Il caso Macchiarini. Un nuovo documentario con la "verità" del chirurgo

FIRENZE

Paolo Macchiarini alla riscossa. Il chirurgo viareggino, 66 anni, passato da Careggi con l’etichetta di ’mago della trachea’, sbiaditasi con il tempo per le inchieste della procura di Firenze e le condanne del tribunale della Svezia, sta per diventare il protagonista di un nuovo documentario. Opera che ha l’obiettivo di ribaltare le conclusioni della serie Netflix “Bad Surgeon“, di cui il chirurgo è sempre il protagonista, ma sotto la luce che non ne esalta né la capacità professionali, né le virtù umane.

Una casa di produzione lo ha raggiunto, a Barcellona.

Un pool di giornalisti investigativi è al lavoro. Il volto del mago delle trachea potrebbe comparire di nuovo su una piattaforma internazionale, ma sotto una diversa luce.

Certo, nessun documentario potrà cancellare la condanna inflittagli in Svezia: due anni e mezzo per lesioni nei confronti di tre pazienti in relazione ad altrettanti trapianti avvenuti tra il 2011 e il 2014, nel prestigioso Karolinska University Hospital, l’istituto di Stoccolma che assegna i premi Nobel.

Meglio gli sono andati i processi in Italia: nonostante il roboante arresto, per tentata concussione e truffa, nel settembre del 2012 a Careggi, le ombre sui decessi di alcuni suoi pazienti, dai tribunali toscani è alla fine uscito assolto.

Proprio in questi giorni la sentenza ’svedese’ sta andando in esecuzione e Macchiarini dovrebbe riuscire ad evitare il carcere, scontando la pena con misure alternative, sempre a Barcellona.

E nel "contrattacco" che il chirurgo sta preparando assieme al suo pool di legali (in Italia è rappresentato dall’avvocato Francesco Bevacqua) è previsto anche un ricorso alla commissione di giustizia europea.

Lui, nella sua ultima uscita pubblica, avvenuta nello scorso dicembre, a pochi giorni di distanza dall’uscita di “Bad Surgeon“ ha rispedito ogni accusa al mittente. "Si esaltano le morti, ma non si parla delle vite salvate: sono stato messo in croce in maniera disumana. La storia dei trapianti bisogna leggerla, le fasi iniziali sono sempre associate a mortalità elevata, ma, nonostante ciò, si è continuato fino a farle diventare operazioni quasi routinarie"", ha dichiarato.

Puntando il dito contro la ex fidanzata, la giornalista americana Benita Alexander che avrebbe ingannato, promettendole nozze da sogno. "E’ lei che ha sempre mentito".

Non resta che guardare la tv.

stefano brogioni

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