
FIRENZE
"Il messaggio di Dante è il messaggio di speranza, e soprattutto desiderio di luce: la parola ‘desiderio’ in italiano deriva da ‘de sideribus’, cioè dalle stelle, e questa è la grandezza del messaggio di Dante".
Sono le parole del cardinale Gianfranco Ravasi, nel corso della lectio sulla teologia del Sommo Poeta, intitolata ‘A l’etterno dal tempo’, che si è svolta nella basilica di Santa Croce.
"La Divina Commedia - ha proseguito Ravasi - ha una partenza coi piedi nel fango della storia, nell’interno dell’oscurità, nella tenebra dell’Inferno, con tutte le contraddizioni e tutti i mali della vicenda umana, il trapasso attraverso la catarsi, la purificazione del Purgatorio, e l’approdo alla luce, punto terminale. E l’emozione è forte, anche perché questa chiesa gotica è il Pantheon delle glorie dell’italianità, della cultura italiana", ha concluso.
L’iniziativa è stata promossa dalla Facoltà teologica dell’Italia centrale, dall’Arcidiocesi di Firenze, dall’Opera e dai Francescani di Santa Croce, dall’Opera di Santa Maria del Fiore e dalla Certosa di Firenze.
Ad abbracciare Ravasi, anche il cardinale Giuseppe Betori, che ha commentato: "Con la sua lectio sulla teologia di Dante, qui nella basilica di Santa Croce a Firenze, ci poniamo nella scia che da sempre accompagna la presenza dell’opera dantesca nella storia d’Italia. Per noi fiorentini il legame è soprattutto con la prima serie di letture pubbliche della Divina Commedia che la nostra città volle nel 1373 e che affidò a Giovanni Boccaccio nella chiesa di S. Stefano che sorgeva ove oggi è la Cappella Pandolfini nel complesso della Badia Fiorentina. Va ricordata la petizione che il popolo rivolse a chi governava la città. Si chiedeva di leggere la Divina Commedia allo scopo di ‘essere istruiti sul libro di Dante, dal quale anche chi non ha studiato può essere educato a fuggire i vizi e ad acquistare le virtù’".
O.Mu.