Il capo di Apple ai giovani: "Staccate lo sguardo dal telefono, guardatevi negli occhi"

I vent'anni dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori: Andrea Ceccherini sul palco con Tim Cook, ceo dell'azienda di Cupertino. Insieme hanno incontrato gli studenti di tutta Italia

Firenze, 3 ottobre 2019 - "Se tenete troppo gli occhi sullo smartphone, se per fare questo non guardate negli occhi chi vi è vicino, state sbagliando". Una bella frase, ma certo una frase che colpisce se a dirla è il capo dell'azienda che ha modificato le vite di molti di noi proprio grazie a uno smartphone.

Tim Cook, ceo di Apple, dice questo agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia arrivati per l'incontro organizzato dall'Osservatorio Permanente Giovani Editori del presidente Andrea Ceccherini. "Un incontro speciale", dice lo stesso Ceccherini.

Non solo perché apre la nuova stagione dell'Osservatorio, che coincide con l'inizio dell'anno scolastico, non solo per l'ospite speciale, Tim Cook appunto, ma anche per un annuncio. "Osservatorio e Apple - dice Ceccherini - si uniscono in un'alleanza per pensare uno strumento che formi la coscienza critica dei giovani di tutto il mondo, uno strumento che possa fargli leggere i giornali distinguendo una voce dall'altra. Perché pensare con la propria testa è importante".

E c'è soddisfazione per questa alleanza, i cui frutti saranno sperimentati in scuole Usa e europee, "per una messa a punto per una graduale diffusione nelle scuole di tutto il mondo", dice ancora Ceccherini.

D'altronde non c'era modo migliore per festeggiare il traguardo di questo 2019: ovvero i vent'anni dell'Osservatorio, vent'anni nei quali tanti progetti e tanti incontri sono stati promossi. Tra tutti, "Quotidiano in classe", che ha portato i giornali a scuola, con ore intere dedicate alla lettura critica insieme agli insegnanti. 

Sul palco, Tim Cook è stato intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. "La tecnologia può renderci peggiori?", chiede Fontana. "La tecnologia non vuole essere né buona né cattiva, molto dipende dal creatore della tecnologia e dall’uso che se ne fa - risponde Cook - La tecnologia fa da moltiplicatore del bene e del male, dobbiamo accertarci di amplificare il bene e minimizzare il male". 

E sull'ipotesi di un giornalismo tradizionale travolto dai social network dice: "Il giornalismo deve avere un futuro, il buon giornalismo è alla base della democrazia. Abbiamo bisogno una stampa libera perché ci serve un occhio critico su chi sta al potere, dobbiamo far sì che la classe dirigente renda conto di quello che fa".

Poi, il fuoco di fila delle domande degli studenti: si sente il peso dei temi ambientali e di Greta: tante le domande su quanto Apple sia un'azienda "verde" e su quanto la società di Cupertino si impegni per salvare la Terra. "Mi piace che ci siano così tante domande sull'ambiente", dice Cook entusiasta.

E nel finale il dialogo si infittisce: dal problema dei "dreamer", di quei ragazzi immigrati entrati giovanissimi con i genitori in Usa, ragazzi che adesso l'amministrazione Trump vorrebbe rispedire nei Paesi d'origine all'intelligenza artificiale: "Non penso che i robot ci comanderanno. L'intelligenza artificiale può aiutarci a risparmiare del tempo, questo sicuramente, e può rendere migliore la nostra vita".

Le domande sarebbero state ancora tante. I ragazzi tornano a casa, per loro nei prossimi mesi l'alleanza tra Apple e Osservatorio riserverà momenti importanti in classe per capire il mondo in cui vivono. 

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