STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il bluff del cuore, Giani come Astori. Soffriva di cardiomiopatia aritmogena

Il calciatore 26enne del Castelfiorentino morì un anno fa in campo durante la partita con il Lanciotto . La procura valuterà eventuali responsabilità nelle visite medico-sportive e nella tempestività dei soccorsi.

Il calciatore 26enne del Castelfiorentino morì un anno fa in campo durante la partita con il Lanciotto . La procura valuterà eventuali responsabilità nelle visite medico-sportive e nella tempestività dei soccorsi.

Il calciatore 26enne del Castelfiorentino morì un anno fa in campo durante la partita con il Lanciotto . La procura valuterà eventuali responsabilità nelle visite medico-sportive e nella tempestività dei soccorsi.

FirenzeLo stesso male, assassino e silenzioso, che affliggeva il cuore di Davide Astori. Anche Mattia Giani, il calciatore di 26 anni del Castelfiorentino United che, nell’aprile dell’anno scorso, morì dopo un malore accusato sul campo del Lanciotto di Campi Bisenzio, era affetto dalla cardiomiopatia aritmogena. Emerge dalla consulenza disposta dalla procura di Firenze nell’ambito dell’indagine sul decesso dello sportivo di Montopoli Val d’Arno.

A firmare le oltre duecento pagine di consulenza, assieme al medico legale Beatrice Defraia, un pool di esperti che ha partecipato anche agli accertamenti sulle cause della morte del capitano della Fiorentina: il professor Fiorenzo Gaita, torinese, direttore della cattedra di cardiologia dell’Università Molinette, e Cristina Basso, ordinario che guida l’Istituto di anatomia patologica dell’Università di Padova, il posto che era stato del prof Gaetano Thiene, il primo esperto chiamato a far luce sul decesso di Astori. Gli accertamenti sono durati più di un anno. L’inchiesta, però, ora affidata al pm Alessandro Moffa, non è ancora conclusa. Il fascicolo è iscritto a carico di ignoti ma, sulla base delle conclusioni della consulenza, la procura valuterà se la malattia cardiaca, che Giani non sapeva di avere in quanto asintomatica, potesse aver dato precedenti segnali durante le visite medico-sportivo in cui il calciatore - che vantava anche un passato nelle giovanili di club professionistici - aveva ottenuto regolarmente l’idoneità all’attività agonistica.

La procura valuterà anche se una diversa tempestività dei soccorsi (sul campo del Lanciotto non era presente né l’ambulanza, né un medico in panchina) poteva cambiare il destino di Giani, defibrillato sul campo ma morto qualche ore dopo il suo arrivo all’ospedale fiorentino di Careggi. Al tempo stesso, i risultati della maxi consulenza sono adesso allo studio anche dell’esperto dalla famiglia Giani, nominato dall’avvocato Duccio Baglini.Sono così tante le analogie dal punto di vista cardiaco tra il caso Astori e la morte di Giani che anche il pm Moffa sta approfondendo i fascicoli che hanno portato alla condanna (a un anno, adesso divenuta definitiva) del professor Giorgio Galanti, il medico che visitò per l’ultima volta il difensore della Fiorentina prima del suo decesso, avvenuto il 4 marzo del 2018 nella sua camera dell’albergo Là di Moret a Udine, alla vigilia della partita.

Al contrario di Astori, Giani era in campo quando, al 14esimo del primo tempo, dopo una fuga palla al piede e un tiro indirizzato verso la porta, il numero sette con la maglia gialloblù si accasciò a terra. I compagni pensarono alla ricaduta dopo un infortunio muscolare che lo aveva tenuto fuori in precedenza. Invece passarono i secondi e la situazione si fece sempre più drammatica. Dopo il panico arrivò il defibrillatore, dopo 17 minuti allo stadio “Ballerini“ accorse l’ambulanza. Mattia non si salverà, ma la sua storia ha, almeno in parte, cambiato lo stato delle cose. Da quel giorno, in Eccellenza, senza medico o ambulanza al campo, l’arbitro non fa iniziare la gara.