REDAZIONE FIRENZE

Il bilancio del Maggio Otto milioni o il default Così i costi di produzione hanno affossato le casse

Gli incassi della lirica coprono solo al 19% le spese per gli spettacoli. Per l’Alcina oltre 1 milione e 609mila euro fra scritturazione e scena. La relazione di Cutaia: "Ricavi assolutamente insufficienti".

Il bilancio del Maggio Otto milioni o il default Così i costi di produzione hanno affossato le casse

Una perdita d’esercizio di 5 milioni e 999mila euro che chiude il 2022 e 8 milioni di euro, di cui 5 di liquidità, per restare a galla durante il 2023 evitando il default. Ma anche 4 milioni di euro necessari per mantenere i livello della programmazione artistica adeguata nel 2024. E 59 milioni di euro di indebitamento. Sono i numeri che, uniti, disegneranno il destino del Maggio Musicale nei prossimi mesi. E, se le cose andranno bene, nei prossimi anni. Le cifre emergono dal bilancio consuntivo 2022 redatto dal commissario straordinario Ninni Cutaia, salito sulla nave della Fondazione il 15 marzo al posto del sovrintendente Alexander Pereira, oggi indagato per peculato.

La relazione di Cutaia traccia un quadro severo, ma lascia intravedere vie d’uscita dal pantano. Il rosso di quasi 6 milioni è legato "al grave - scrive Cutaia - disequilibrio che ha caratterizzato la gestione che, nonostante le precarie condizioni della Fondazione, ha registrato un eccessivo costo di produzione artistica a fronte di ricavi, assolutamente insufficienti a sostenerla".

A non aiutare c’è il fatto "che gli auspicati ricavi da sponsor e contributi privati non hanno "raggiunto gli obiettivi posti in sede preventiva dalla sovrintendenza". Sponsor e contributi infatti nel 2022 sono arrivati a 5 milioni e 400mila euro: con un calo del 26% rispetto ai 7 milioni e 400mila euro del 2021. Uno fra i dati positivi è l’aumento dei ricavi netti di biglietti e abbonamenti (+16%) con 2 milioni e 716mila euro di incasso. I costi della produzione hanno picchiato duro soprattutto sull’Arianna a Nasso di Strauss con un costo totale di 1 milione e 35mila euro a fronte di appena 63.432 euro di ricavi lordi. Sul palco nel ruolo dell’Haushofmeister, il maggiordomo, si esibì anche l’allora sovrintendente Pereira. Fra le opere con maggiori costi di scritturazione (986mila euro) e personale aggiunto (367mila euro) c’è invece l’Alcina di Hendel per un totale di 1 milione e 609mila euro di costo totale, con 156mila euro di incassi. In totale per le 62 recite del Maggio, tournée escluse, i costi di produzione della lirica sono stati coperti solo al 19% dagli incassi. I costi di gestione complessivi, invece, sono stati pari a 42 milioni di euro.

La relazione mette nero su bianco quello che già Cutaia aveva annunciato. "La previsione di una perdita di circa 2,7 milioni di euro (messa in conto nel bilancio preventivo 2023) non può che essere sostenuta - scrive il commissario – mediante una contribuzione straordinaria dei soci fondatori e privati senza la quale sarà inevitabile valutare con urgenza la possibilità di ricorso agli ammortizzatori sociali e alla sospensione dell’attività". Tra i problemi del Maggio la liquidità: i finanziamenti dei soci fondatori assicurano la copertura dei costi fissi (personale e struttura). "I ricavi quindi (biglietteria e sponsor) devono necessariamente coprire i costi di produzione". Ma chi metterà gli 8 milioni mancanti? Due sono quelli annunciati da Palazzo Vecchio, altri 750mila euro arriveranno dalla Regione (oltre ai 2,9 milioni di euro stanziati già ogni anno). Per gli altri sarà necessaria l’iniezione dei soci, ma anche del governo. La fine di luglio sta per andare in scena.

Claudio Capanni