REDAZIONE FIRENZE

Il barbiere di Scandicci chiude la bottega

Il negozio di Luciano Bandinelli cessa l’attività dopo 70 anni di lavoro: fu aperto nel 1928 "I clienti erano i miei amici"

"Il barbiere è come il parroco, sa tutto di tutti ma alla fine non sa niente di nessuno". Luciano Bandinelli è stato esattamente questo: il barbiere di Scandicci. Ha chiuso bottega ieri, dopo quasi 70 anni di lavoro. Il negozio era stato aperto dal nonno, Gino Stiacci nel 1928. E quel fondo di via Dante 8 ha visto passare tre generazioni di quella famiglia: il nonno, il padre, il figlio, appunto Luciano Bandinelli. "Ho cominciato nel 1955, racconta, appena finite le elementari. Erano altri tempi, si cominciava a lavorare presto. Mi sono presentato a bottega col babbo, ho imparato il mestiere, sono andato avanti fino a oggi". Oggi, a 83 anni, ha chiuso perché era arrivato il momento. E il ricordo corre alle botteghe del barbiere, quelle tradizionali, con le poltrone anni ’70, le riviste sul tavolino da fumo, e i divani per aspettare il proprio turno. Una bottega tradizionale, non come quelle fintamente americane che sfornano tagli hipster nel terzo millennio. Il barbiere era un rito collettivo, il sabato, con il taglio dei capelli e la barba fatta col rasoio a mano libera non prima di aver piazzato sul volto un panno caldo per ‘ammorbidire il pelo’.

Quando si è sparsa la notizia della chiusura del negozio sono stati tanti i clienti a contattare Luciano Bandinelli per salutarlo, scambiare due chiacchiere, semplicemente rievocare qualche episodio.

"Da me sono passate tantissime persone – ha detto commosso Bandinelli con un sorriso – ma non li ho mai visti solo come clienti, per lo più sono stati amici. Posso dire di essere stato un barbiere a tutti gli effetti". Dalla sua bottega sono passati tantissimi scandiccesi. Con la chiusura del negozio è un pezzo di città che se ne va.

Fabrizio Morviducci