
“The Opposite“, il bar del tribunale di Firenze, è sotto sfratto. Ad intimare ai gestori il rilascio dei locali entro il 17 febbraio, è direttamente il Comune di Firenze, proprietario del palazzo di giustizia di Novoli e appaltatore del servizio di ristoro.
L’intimazione giunge per i debiti maturati dalla gestione nel corso di dieci anni di attività. Una situazione non felice già da prima della pandemia, ma che nei mesi del lockdown del 2020 - quando il bar-ristorante ha dovuto chiudere i battenti per sette mesi, da marzo a settembre - è precipitata. Oggi, il fatturato è calato del 40% rispetto al pre covid. "Ma non ci arrendiamo a questa situazione - dice il direttore, Luca Cappellini - e il 17 saremo qui davanti con i nostri dipendenti, che rischiano di perdere il posto". Con gli avvocati, i gestori del bar del tribunale stanno chiedendo la sospensiva al Tar. L’attività è cominciata il 4 ottobre 2012, dopo che i gestori hanno sostenuto importanti spese per adeguare lo spazio concessogli all’ingresso lato Cassa di Risparmio. Palazzo Vecchio aveva affidato il servizio per dieci anni, dietro pagamento di un canone di circa 10mila euro al mese. Ma la situazione prefigurata nel bando, dal punto di vista commerciale, non ha rispecchiato la realtà sin da subito. Sono cambiate le condizioni di lavoro dei circa 1200 dipendenti del palagiustizia: orari sfalsati d’ingresso e procedure telematiche con l’arrivo della pandemia hanno desertificato il palazzo anche di avvocati. E’ cambiata pure la tassazione dei buoni pasto, con un incremento della tassazione dal 4,60 al 17% che è gravato sugli introiti dell’attività. Nei mesi della chiusura obbligata, tuttavia, la funzione di mensa è stata comunque espletata anche solo per venti persone - con pasti in ufficio - e i canoni d’affitto non hanno mai subito un’interruzione. Intermittenti invece i pagamenti, tali da mettere “Opposite“ in condizioni di inadempienza verso l’appaltatore. Ma al momento non è stata ancora bandita una nuova gara (che potrebbe dare qualche garanzia di riassorbimento ai nove dipendenti) e con il contemporaneo abbandono anche della cooperativa che gestiva l’altro bar, più piccolo, posto nei pressi dell’ingresso della procura, il palagiustizia rischia pure di restare senza un caffè.
ste.bro.