FIRENZE
L’Ateneo di Firenze ha sospeso in autotutela il bando per un posto da ricercatore di filosofia del diritto in cui veniva richiesta al candidato la conoscenza del portoghese. Nel provvedimento, firmato dalla rettrice Alessandra Petrucci, si reputa tale requisito "non stringente" rispetto "all’attività di ricerca e didattica a cui sarà chiamato il vincitore del concorso". L’annullamento invalida anche gli atti successivi alla pubblicazione di tale bando, come ad esempio la composizione della commissione giudicatrice. A sollevare il problema del requisito, definito "eccentrico", erano stati 2 aspiranti candidati alla selezione, che avevano esplicitato perplessità all’Università. Il loro esposto è stato inoltre inviato anche all’Anac.
Rispetto alla notizia dell’esposto pubblicata il 3 giugno, gli avvocati Mascia D’Antona e Anna Maria Assini hanno inviato una replica per conto del professore ordinario Emilio Santoro in cui si spiega che "la richiesta della lingua portoghese nasce da esigenze didattiche molto precise e verificabili. Il dipartimento di Scienze Giuridiche ha stipulato con la Capes - agenzia brasiliana che si occupa delle ricerche post laurea – un accordo che prevede il finanziamento di borse di dottorato per giovani laureati di nazionalità brasiliana che faranno il dottorato in diritto co-tutela con l’ateneo fiorentino. Questo accordo serve a sostenere un curriculum di dottorato internazionale con tre università brasiliane che prevede il rilascio di un titolo doppio italiano e brasiliano con la possibilità di scrivere la tesi sia in italiano che in portoghese. Attualmente risultano iscritti al curriculum 11 dottorandi brasiliani. Gli accordi di cui sopra rendono prevedibile che ogni anno entreranno nel curriculum di dottorato internazionale circa 5 studenti brasiliani. Inoltre, il bando in questione è finanziato dai fondi del Progetto del Dipartimento di Eccellenza che prevede l’obiettivo del 50% dei dottorandi in co-tutela con università straniere; è per il raggiungimento di questo obbiettivo che l’inserimento del requisito della lingua portoghese è parso assolutamente congruente: solo potenziando, con i fondi del progetto stesso, la capacità del dipartimento di seguire dottorandi brasiliani si può pensare di potenziare il loro numero".
"Il bando in discussione - prosegue - è aperto a studiosi di tutte le nazionalità e prevede che i candidati stranieri dimostrino la conoscenza della lingua italiana, oltre che dell’inglese e del portoghese (parlata da circa 232 milioni di persone nel mondo; contro 169 milioni che parlano francese e 90 milioni che parlano tedesco); è sintomo di razzismo ritenere la lingua portoghese un requisito “eccentrico”, come se esistessero culture “centrali” (quelle anglosassoni) e quelle, appunto, “eccentriche”, come il portoghese e non oso pensare cosa sarebbe successo se il dottorato avesse un curriculum con università arabe".
ste.bro.