
"Sembra ormai chiaro che, all’interno suo progetto, Dio non abbia pianificato di insegnarci come vivere insieme e che dovremmo imparare il modo di farlo da soli".
Parole di Goran Bregovic, stasera al Musart Festival in piazza Santissima Annunziata, con lo spettacolo “From Sarajevo”, in cui ha riassunto la sua idea di convivenza nel mondo.
Con “From Sarajevo”, Goran Bregovic trasforma in musica le molteplici anime della capitale della Bosnia-Erzegovina: al suo fianco ci saranno la Wedding and Funeral Band e, per l’occasione, l’Orchestra LaCorelli diretta da Jacopo Rivani.
Goran Bregović è un figlio di Sarajevo, città prima romana, poi bizantina, per secoli ottomana, diventata austro-ungarica, jugoslava e infine bosniaca, abitata da ebrei, musulmani, cristiani ortodossi e cattolici. Una Gerusalemme d’Europa a poche ore d’auto dal confine italiano, contesa e dilaniata dalle guerre in ogni epoca, che viene raccontata in un concerto per tre violini solisti e orchestra. Ogni violino rappresenta le tre anime comunicanti di Sarajevo, attraverso la prassi musicale occidentale, orientale e klezmer.
La prova vivente e musicale del fatto che ascoltarsi l’un l’altro è più che mai possibile.
Sarajevo è la metafora dei nostri tempi, un luogo dove un giorno si vive da buoni vicini e il giorno dopo ci si fa la guerra.
Il nuovo lavoro di Goran Bregovic “From Sarajevo” si ispira a questa metafora. È stato scritto per violino e orchestra. Il violino, suonato secondo la tradizione classica occidentale, quella klezmer e quella orientale, unisce a livello allegorico le tre religioni che sono allo stesso tempo il più grande tesoro e la più grande maledizione di Sarajevo.Gli arrangiamenti per questo lavoro sono stati affidati a quattro talentuosi musicisti dalla Serbia: Aleksandar Sedlar, Isidora Zebeljan, Ninoslav Ademovic and Ognjan Radivojevic.
Sempre stasera al Musart Festival, va in scena il concerto del Simona Sciacca Trio, alle ore 21,30 al Chiostro di Levante della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze (ingresso da via degli Alfani, 39).