I "Ragazzi irresistibili". Sul palco senza microfono

Umberto Orsini (90 anni) e Franco Branciaroli (77) da martedì alla Pergola. Popolizio li guida in una commedia che parla di grande amicizia.

I "Ragazzi irresistibili". Sul palco senza microfono

I "Ragazzi irresistibili". Sul palco senza microfono

Il teatro com’era una volta, nella sua forma più pura. Non ci sono esibizioni, niente voce microfonata che ne altera l’autenticità. Valori aggiunti che ritroviamo nella coppia di due primi attori sul palco. Umberto Orsini, 90 anni ad aprile e Franco Branciaroli, 77 a maggio sono i "Ragazzi irresistibili", regia di Massimo Popolizio, dal 12 al 17 marzo (sempre alle 21, tranne il 14 alle 19 e il 17 alle 16) alla Pergola di Firenze. Due attori e amici di vecchia data, che si erano allontanati per incomprensioni, sono chiamati a riunirsi 11 anni dopo in occasione di una trasmissione tv che li vuole insieme, per una sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. Una commedia che sa di drammatico, che segna un po’ la fine di un percorso di vita e di carriera. Una sorta di tramonto che finisce con un riavvicinamento.

Rivediamo ancora una volta Al Lewis e Willy Clark, in una versione che ha tanto del celebre spettacolo di Neil Simon, "The Sunshine Boys", ma non manca di sorprendere. "Credo – spiega Orsini – che la differenza con le precedenti edizioni sta nel fatto che noi non siamo attori di estrazione comica, quindi riusciamo a rappresentare più facilmente quel risvolto amaro e malinconico che è l’essenza stessa della storia".

Oltre mezzo secolo di esperienza accomuna Orsini e Branciaroli, attori di un’altra epoca che recitano senza microfono. "Una scelta inusuale, un tempo era la norma, oggi no, ma colpisce il pubblico che sente la nostra voce al naturale". Paradossalmente, un segno d’avanguardia che "svecchia". "Un tempo c’era tanto allenamento vocale dietro, altrimenti ti saltavano le corde vocali – ricorda Branciaroli – ed è anche questo che ti fa capire che oggi il teatro non esiste più ma quelle a cui assistiamo sono solo esibizioni". Ma quanto c’è in loro dei protagonisti? "A Willy - scherza Branciaroli - mi accomunano solo i toni attorali che mi permettono di dar voce a quel tipo di personaggio arrabbiato, burbero ma anche divertente, che nella sua violenza mette un sottofondo di autoironia". Al è più chiuso, più "rinsecchito – dice Orsini – e ho dovuto anche riadattare la mia voce e la postura". Infine c’è l’amicizia nella finzione e nella realtà. "Con Franco per due anni abbiamo portato in giro Pour un oui ou pour un non e ora questo. Ci vuole stima, rispetto e amicizia".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro