NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

I primi 120 anni dell’Albergo Popolare. Open day per conoscerlo e rilanciarlo

L’assessore Paulesu: "È un ecosistema frutto della sinergia di tante realtà"

L’assessore Paulesu: "È un ecosistema frutto della sinergia di tante realtà"

L’assessore Paulesu: "È un ecosistema frutto della sinergia di tante realtà"

L’Albergo popolare di Firenze compie 120 anni e decide di ‘festeggiare’ con un open day, nella giornata di domani, dalle 10 alle 18, durante il quale sarà possibile visitare alcune parti della struttura ed il chiostro quattrocentesco. La storica struttura comunale di accoglienza di via della Chiesa, che si trova nell’ex convento del Carmine adesso è gestita in co-progettazione dalla cooperativa Di Vittorio sociale. Ogni anno sono accolte dall’Albergo popolare circa 1.500 persone (nel 2024 sono state 1.562): con i suoi 230 posti è la più grande struttura di accoglienza di Firenze. È nato nel 1905 nella sede di via della Chiesa, dove è ospitato ancora oggi, con il nome di ‘dormitorio pubblico’ e da allora rappresenta un punto di riferimento per Firenze: oggi è intitolato a Fioretta Mazzei, già assessore e compagna di mille battaglie con Giorgio La Pira, che rilanciò questa antica istituzione, facendone un modello di accoglienza.

"Sarà un’occasione di apertura verso la cittadinanza, assieme a tutte le associazioni e le realtà che vi operano all’interno e che svolgono ogni giorno un lavoro prezioso - sottolinea l’assessore al welfare di Palazzo Vecchio Nicola Paulesu (nella foto) -. L’Albergo popolare rappresenta un vero e proprio ecosistema dove convergono molti progetti e servizi, frutto della sinergia cittadina di tante realtà sociali che si dedicano alle persone più vulnerabili presenti nella nostra città".

"Qui – aggiunge Paulesu - si realizza plasticamente il principio di sussidiarietà orizzontale, il servizio pubblico ed i rappresentanti del Terzo Settore lavorano in sinergia per dare risposta ai bisogni emergenti che arrivano da una parte della società. Un’importante filiera che si realizza in un contesto di comunità, visto che da sempre il rione San Frediano partecipa attivamente. Siamo impegnati su un progetto di sviluppo di questa realtà ed un sempre maggiore coinvolgimento dell’intera comunità. Ci teniamo molto a far conoscere questo lavoro spesso silenzioso, ma così importante e questa struttura dalla lunga storia di accoglienza".

Niccolò Gramigni